Honor Play è stato presentato nella sua versione internazionale a IFA 2018 ma può essere già acquistato anche in Italia. Lo smartphone, come vi abbiamo raccontato in questa breve anteprima, è estremamente sia dal punto di vista estetico che da quello hardware. Il prezzo vantaggioso fa il resto ma Honor Play ha un problema: imbroglia nei benchmark.
Gli esperti di anandtech.com hanno modo di provare Honor Play constatando alcune stranezze. Lo smartphone modificherebbe la frequenza minima dei core a basso consumo portandola al massimo per tutto il tempo di un bechmark. Questo significa risultati gonfiati di almeno il 5%.
Honor Play beccato a barare: i benchmark sono falsi
Non è la prima volta che un produttore, soprattutto cinese, viene beccato a barare in quelli che dovrebbero essere dei test per misurare le reali prestazioni di un dispositivo. Il sistema operativo è in grado di rilevare le app di benchmark e, quando quest’ultime vengono avviate, aumenta la frequenza di calcolo in idle a valori anormali.
Installando un’app di benchmark appositamente modificata per passare inosservata, i risultati cambiano evidenziando come Honor Play rimanga a riposo. Il produttore cinese ha risposto subito alle accuse ma non come ci saremmo aspettati: “Tutti lo stanno facendo, quindi perché non possiamo farlo anche noi?”
Wang Chenglu, presidente del software Huawei, ha sottolineato che i benchmark sono ampiamente utilizzati dai recensioni e dal pubblico in generale per misurare le performance di un dispositivo. Questo ha costretto Honor a barare come la maggior parte dei principali produttori cinesi.
Honor Play, dunque, si mostrerebbe proprio come si aspetterebbero gli utenti in un benchmark. In realtà la questione è molto delicata perché aver barato in questi test può nascondere una mancanza nell’ottimizzazione del telefono e i benchmark ormai sono test che non rappresentano un utilizzo normale e credibile.
Si tratta di software pensati per valutare la prestazione di un solo componente con programmi eseguiti in sequenza e in un ambiente controllato. Perciò non sono granché rappresentativi dell’esperienza d’uso normale, dove l’utente passa da un’app all’altra casualmente e dove l’intero hardware viene usato contemporaneamente.