Si sostiene che le aziende prima citate abbiano sviluppato e commercializzato app rivolte ai bambini pieni di “tracking illegale”. “I dati ottenuti illecitamente consentono alle parti accusate e ai potenziali acquirenti di tali informazioni di tracciare e monitorare le attività online dei bambini. Quindi utilizzare tali risultati a fini pubblicitari”. L’ufficio di Balderas sostiene che molti giochi mobile contemporanei rappresentano “un rischio unico” per i bambini a causa di numerosi algoritmi progettati. Però, al contempo riconoscendo che non esiste un metodo completamente affidabile per proteggere i bambini contro certi meccanismi.
La causa ha lo scopo di reprimere ciò che i funzionari del Nuovo Messico ritengono essere esempi di comportamento illegale. Così come viene citato nell’atto federale del 1998
sulla proibizione di raccogliere dati sui minori di tredici anni senza il consenso dei genitori. Nell’ambito delle osservazioni preparate ai media la scorsa settimana, Balderas ha detto che i giganti della tecnologia e gli sviluppatori di app negli Stati Uniti stanno unendo le forze. L’obiettivo è “approfittare” dei bambini e esporsi a “un rischio inaccettabile” di accedere alle loro informazioni.Tra la nuova causa legale del Nuovo Messico e l’accusa di disoneste pratiche di tracking Android che hanno già portato a un’indagine ufficiale in Arizona, Google sta ora affrontando un intenso controllo sul modo in cui monetizza i suoi servizi tecnicamente gratuiti. Il capo della privacy di Google, Keith Enright, sarà probabilmente sotto torchio la prossima settimana. Ossia il giorno in cui è previsto che la Commissione del Senato sul Commercio, la Scienza e i Trasporti prenda provvedimenti per la privacy dei dati dei consumatori. Alla riunione, che si terrà mercoledì 26 settembre, parteciperanno anche rappresentanti di Amazon, Apple, Twitter, AT & T e Charter Communications.