Una piattaforma per il finanziamento di criptovalute delle attività dei paramilitari mujaheddin siriani coinvolti nella Jihad è stata identificata sul dark web. La piattaforma, denominata SadaqaCoins, rilasciata alla fine di agosto 2018, è accessibile tramite il browser Tor e ha diversi progetti sostenuti dal gruppo terroristico che accetta donazioni di Bitcoin, Ethereum e Monero (con la possibilità di accettare altre criptovalute in futuro).
Le informazioni sul sito sono state pubblicate da Benjamin Strick, che si identifica come analista di codice aperto interessato all’argomento delle nuove tecnologie e dell’attività terroristica.
In questo modo, SadaqaCoins consente ai collaboratori di navigare nella piattaforma e scegliere il progetto che desiderano supportare, offrendo assistenza in base alla loro convenienza. Il gruppo cerca di acquisire veicoli 4×4, fucili a bolt action 0,50, silenziatori, telecamere, lettori ottici e munizioni. Ognuno di questi prodotti è presentato sul sito con la sua spiegazione e il suo prezzo, attraverso il progetto We Hunt.
Allo stesso modo, ogni progetto esposto nella piattaforma è giustificato e discusso. Si noti che i progetti elencati appartengono ai Muhajirin e agli Ansar e vengono presentati insieme ai loro requisiti finanziari associati. Dichiarano che il supporto economico per la Jihad può essere fatto in modo anonimo, poiché la piattaforma funge da intermediario quando raccoglie i soldi e li consegna ai gruppi sopra menzionati.
Ad esempio, un progetto pubblicato questo 13 settembre sotto il nome di The Sisters Forgotten ha lo scopo di raccogliere fondi per liberare cinque donne imprigionate in Siria, citando i suoi dati con l’obiettivo di raggiungere i 14.850 dollari per il salvataggio. Un altro progetto chiede di donare 220 dollari per comprare bestiame da offrire in preghiera di sacrificio per il festival musulmano Eid al-Adha (Festival del sacrificio).
Senza certezza sulla veridicità del sito
Una volta che le informazioni sulla piattaforma sono state divulgate, è sorto un dibattito che mette in dubbio la veridicità del sito. A questo proposito, un altro ricercatore, Chris Monteiro, afferma che può essere una forma di frode. E cita diversi casi di truffa relativi alla rete oscura, commentando che è comune su Tor. Tuttavia, i dubbi persistono.
Lo specialista afferma inoltre che il gruppo ha conti attivi su Telegram e Twitter, dove segue giornalisti siriani, esperti di terrorismo e molto altro.