Facebook ed Amazon si trovano nuovamente al centro di un’indagine da parte della Commissione Europea che minaccia delle sanzioni. Quest’ultima, dopo aver analizzato la posizione fiscale in passato di Amazon ha aperto un’indagine preliminare.
Ultimamente è anche intervenuta nell’ultima bufera che ha coinvolto l’azienda di Jeff Bezos per capire come vengono utilizzati i dati dei piccoli commercianti che vogliono sfruttare la vetrina della piattaforma.
Si è espresso il Commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager secondo cui Amazon starebbe con un piede in due scarpe. Da una parte vende direttamente dei propri prodotti sul mercato, mentre dall’altra fa da intermediario ai commercianti che offrono i prodotti sulla piattaforma. Questa figura non è quindi ben definita e la Commissione vuole ricostruirla nel dettaglio, cercando di capire anche come vengono utilizzati i dati in possesso dei commercianti.
Le analisi fino ad ora appaiono legittime e sono orientate a mettere in condizione la piattaforma ad offrire sempre più servizi mirati ed evoluti. L’unico timore della Commissione è che fare leva sui dati, potrebbe portare l’azienda a guadagnare una posizione dominante nel mercato. Al momento comunque è bene specificare che non ci sono ancora accuse formali verso il colosso americano.
In contemporanea, la Commissione Europea, ha ammonito Facebook in modo molto severo. Secondo quest’ultima infatti, il social network non sta dando alcuna prova di mantenere i propri impegni per migliorare la trasparenza
. Dall’altro lato Facebook si sta dando molto da fare per combattere le fake news presenti sulla piattaforma. Altri colossi invece, come Google, Twitter e Airbnb hanno ascoltato le richieste formulate nel lontano 2016. Il Commissario per la tutela dei consumatori, Vera Jourova ha dichiarato: “Facebook ha assicurato che avrebbe adeguato i termini di servizio ingannevoli entro dicembre. La mia pazienza ha raggiunto il limite e se le modifiche non saranno attuate entro la fine dell’anno, invito le autorità dei consumatori ad agire e sanzionare la società“.Poche ore dopo queste dichiarazioni ha voluto parlare anche un portavoce di Facebook: “Le persone condividono i loro momenti più importanti su Facebook e noi vogliamo rendere i nostri termini di servizio più chiari e accessibili a tutti. Li abbiamo aggiornati a maggio e introdotto la maggior parte delle modifiche che la Consumer Protection Cooperation Network (Cpc) e la Commissione Europea avevano proposto. I nostri termini ora sono molto più chiari su cosa è e cosa non è consentito su Facebook e sulle opzioni che le persone hanno a disposizione. Siamo grati al CPC e alla Commissione per il loro feedback e continueremo la nostra stretta collaborazione per comprendere ulteriori dubbi e apportare aggiornamenti appropriati“.