Google ha risposto alle recenti domande sollevate dai senatori sulle sue politiche. L’azienda, infatti, consente agli sviluppatori di terze parti di accedere ai dati degli utenti con Gmail. Le dichiarazioni sono state rilasciate tramite una lettera, resa pubblica tramite il servizio di condivisione di libri Scribd.
La società ha rifiutato di fornire dettagli su quanti sviluppatori di terze parti sono coinvolti, ma ha spiegato quali sono queste politiche e come funziona. Google sottolinea che le politiche che consentono agli utenti di espandersi oltre i servizi generici con componenti aggiuntivi, estensioni e client di posta elettronica secondari rappresentano uno standard del settore. Ognuno di questi servizi richiede effettivamente agli sviluppatori di terze parti di accedere ai dati degli utenti. Tuttavia, spiega la società, tali sviluppatori sono controllati e sono in atto diverse politiche per proteggere e tenere informati gli utenti.
Tutto inizia, dice il gigante della ricerca, con gli avvisi inviati agli utenti che tentano di aggiungere un servizio di terze parti non verificato. Oltre a ciò, ogni istanza in cui uno sviluppatore potrebbe ottenere l’accesso ai dati di un account è nascosta dietro un secondo avviso, informando gli utenti su quali dati saranno accessibili e come possono essere utilizzati. Gli utenti hanno la possibilità di rifiutare a quel punto o di consentire l’accesso. Oltre a ciò, la società afferma che gli utenti sono in grado di verificare e rimuovere l’accesso in qualsiasi momento accedendo al Data Security Center tramite gli strumenti di Security Checkup di un account.
Gmail così come tanti altri servizi permette a terze parti di accedere ai nostri dati e Google ci spiega perché
Le domande del Senato seguono le recenti ondate di notizie relative alla sicurezza derivanti dalla gestione dei dati degli utenti dai maggiori colossi della tecnologia, tra cui Facebook, Google e Amazon. Attualmente, la società è in attesa di rispondere a ulteriori domande il 26 settembre tramite un’audizione completa. Almeno una parte di queste verosimilmente verterà intorno a questi problemi, un numero considerevole di rapporti si sono fatti avanti in merito alla spiegazione alquanto oscura della società dei servizi di localizzazione dei dati.
Anche se i dettagli forniti dal gigante della ricerca sono abbastanza esaustivi, non rispondono necessariamente a tutte le domande avanzate. Tutte le sue politiche, sostiene la società, sono supportate da “verifica, monitoraggio e applicazione”. Nell’ambito di tale sforzo, i servizi vengono generalmente verificati prima che diventino disponibili per gli utenti. Le revisioni successive vengono eseguite quando viene rilevata un’attività anomala. Tuttavia, l’azienda non ha risposto dettagliatamente ai dubbi in merito.