A dispetto del messaggio iniziale dei fondatori dell’App di messaggistica più famosa in occidente, Zukerberg potrebbe pensare a Whatsapp a pagamento.
In un mondo nel quale siamo tutti sempre più connessi, è difficilissimo che, una volta creatasi una rete al di sopra di un’infrastruttura, questa si sposti. Soprattutto quando questa è diventata di utilizzo comune e non fare parte della rete stessa diventa un punto a sfavore per l’individuo nella società.
“No Ads […]”, nessuna pubblicità, “[…] No Games […] ”, nessun gioco, “No Gimmicks”, nessun trucco. Questo il famoso motto, ricetta vincente di una strategia aziendale basata sulla qualità del servizio. Un motto quasi idealistico, che ha però, fatto la fortuna dell’applicazione di messaggistica forse più importante mai creata nella società occidentale. Dal suo avvio, la verdissima WhatsApp ha scalato le classifiche, e dopo aver prodotto cifre mai paragonabili a quelle del suo acquisitore, il colosso del digitale Facebook (alla cifra record di 19 miliardi di dollari) è diventata uno tra i sistemi di messaggistica più usati al mondo, nonostante alcuni competitor abbiano più funzioni ed offrano alcuni vantaggi maggiori.
Ma cosa ha spinto Mark Zukerberg ad acquistare un’azienda che non fosse una fonte di profitto considerevole per le sue casse, con un ROI (retun on investment) di sicuro non positivo nel breve? La risposta a questa domanda è presto detta: Il numero di utenti della stessa che, appunto per la sua non invadenza e facilità di utilizzo al momento dell’acquisizione (2013) avrebbero fatto impallidire chiunque.
Si parlava infatti di 600 milioni di utenti (reali, poiché ogni account deve necessariamente essere associato ad un numero di telefono univocamente). Numero aumentato da quando con la sua influenza Facebook ha fatto si che l’App venisse preinstallata sugli smartphone al momento dell’acquisto e tutt’ora in crescita, anche se non con lo stesso trend.
Whatsapp torna a pagamento davvero?
Facebook vuole monetizzare rapidamente con WhatsApp? Indiscrezione che si sente da un po’ di tempo… forse troppo. Ma negli ultimi tempi, il vociare diventa sempre più forte ed incessante in tal senso. La cosa che preoccupa gli utenti riguarda proprio loro stessi.
La domanda, per l’appunto è: Gli utenti già attivi, dovranno pagare WhatsApp una tantum? Dovranno farlo rinnovando l’abbonamento? Si tornerà alla situazione degli albori dell’App, dove però si doveva scegliere di pagare per un servizio, non si era costretti a pagare per uno del quale, senza alcun dubbio si fa un uso quotidiano. WhatsApp ha mandato in pensione gli SMS, ormai quasi considerabili obsoleti (di fatto si sta assistendo ad una progressiva esclusione di questi persino dalle promozioni delle principali compagnie telefoniche).
Fossero vere le voci, potrebbe questa mossa sancire il declino del servizio di instant messaging e portare all’inversione di tendenza e di traffico che stiamo assistendo proprio per Facebook negli ultimi anni e più che mai negli ultimi mesi? La risposta può sembrare scontata ma non è affatto detto che lo sia. E’ quasi una legge di mercato che la tendenza a monetizzare velocemente porti spesso e volentieri ad una perdita di terreno nel medio-lungo termine.