Android

Google pubblica i dati sulle distribuzioni Android più utilizzate a settembre

Google ha pubblicato la nuova classifica delle distribuzioni Android più utilizzate. L’elenco è aggiornato a settembre 2018 e mostra anche le versioni più datate del sistema del robottino verde. I dati sono stati raccolti analizzando gli accessi al Play Store in un periodo di sette giorni che è scaduto lo scorso 28 settembre.

Emerge immediatamente l’assenza di Android 9 Pie in quanto non ha raggiunto il valore minimo dello 0.1% per poter essere incluso nell’elenco. Altra nota interessante è la presenza di Gingerbread corrispondente alle versioni da 2.3.3 a 2.3.7 che può vantare ancora uno 0.3% di utlizzo. Lo stesso valore lo troviamo per le versioni 4.0.3 – 4.0.4 corrispondenti ad Ice Cream Sandwich.

Per quanto si tratti di valori veramente contenuti, questi dati sottolineano come la frammentazione Android sia sempre un problema. Infatti distribuzioni molto datate del sistema continuano a presentare quote di mercato togliendo spazio ai nuovi aggiornamenti.

Android Marshmallow 6.0 e Nougat 7.0 – 7.1

possiedono rispettivamente il 21.6% e il 29.3% della quota di mercato (19.0% e 10.3% prendendo singolarmente le due versioni). Insieme raggiungono oltre il 50% del mercato totale degli smartphone Android.

Android Oreo 8.0 e 8.1 raggiungono rispettivamente valori pari al 13.4% e 5.8%. Si tratta di un incremento del 4.6% rispetto al mese precedente ma comunque inferiori al 20% totale. Sicuramente l’arrivo di nuovi smartphone ha facilitato la crescita di questa quota di mercato, ma oggettivamente non è abbastanza. Tutto l’ecosistema Google sembra basarsi su versioni datate con ovvie limitazioni in termini di prestazioni e sicurezza.

Purtroppo è ancora presto per valutare l’impatto di Project Treble, il cui supporto è obbligatorio per tutti i device che equipaggiano questa versione nativamente. Vedremo se con l’arrivo dei Pixel 3 e il rilascio su larga scala di Android 9 Pie la situazione cambierà nei prossimi mesi.

 

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Pubblicato da
Alessio Amoruso