E’ di pochi giorni fa l’accusa per Twitter di aver esposto involontariamente i dati sensibili dei suoi utenti iscritti. Il bug, ovvero una falla nel software, pare fosse attivo dal 2017 e da quel momento in poi tutti i messaggi privati inviati tra utenti sono stati recapitati involontariamente nelle tasche degli sviluppatori i quali possono accedere con “tranquillità” alle nostre conversazioni più intime.

Le chat non sono state recapitate agli sviluppatore dell’azienda ma agli sviluppatori certificati che usavano l’api di Twitter nei propri siti web pro sponsorizzare la loro azienda.

 

I danni

Al momento la conta dei danni è inferiore all’1% degli iscritti anche se è circa qualche milione di persone. L’azienda stessa avviserà gli utenti colpiti tramite notifica mentre tutte le aziende che hanno usato l’API Twitter sono state invitate dalla società stessa ad eliminare le conversazioni ricevute.

Nel 2017 un ricercatore esperto in sicurezza informatica mentre caricava un video sulla piattaforma Facebook si è accorto di qualche anomalia e dopo qualche breve ricerca e prove si è accorto di essere in grado di cancellare ogni video di tutti gli utenti. Il ragazzo ha subito provveduto a notificare Facebook del bug e ha poi ricevuto una lauta ricompensa.

Un ragazzino finlandese di 10 anni ha scoperto quest’anno un bug nell’applicazione Instagram, la più usata al mondo per le fotografie, per un periodo ogni utente poteva cancellare i commenti di tutti. Dopo averlo segnalato alla società anche il ragazzino ha ricevuto una splendida ricompensa.

Purtroppo durante gli aggiornamenti è facile che compaia qualche mal funzionamento, qualche parola di codice sbagliata che apparentemente non sembra creare danni ma che invece nel linguaggio delle macchine significa tutt’altra cosa pericolosa per noi umani e per i nostri dati privati.

Per chi non ha esperienze di social, applicazioni e smartphone è consigliabile non pubblicare eccessivi dati personali né correnti di pensiero in modo da non essere coinvolti in dispersione della privacy.

Per gli esperti e chi conosce come funzionano le API e come vengono sviluppate le applicazioni è bene controllare nel profondo l’applicazione prima di inserirla nella pagina web dell’azienda per cui si lavora e se ci si accorge di qualche anomalia è bene segnalarla all’azienda produttrice e non cercare di guadagnare soldi rubando da ciò.

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