Solo il 7% dei 200 utenti intervistati affermano di utilizzare il proprio dispositivo sotto la doccia. La maggior parte degli utenti affermano di non scrivere ubriachi alla propria ex. Nel frattempo, almeno un 55enne del New Jersey ha anche affermato di “usare sempre” il proprio telefono “durante il sesso” e una media del 44,5% di coloro che cercano “contenuti per adulti” – suddivisi tra il 58% e il 34% per uomini e donne. Mettendo da parte i comportamenti più discutibili, ciò che il nuovo sondaggio sembra davvero evidenziare è la dipendenza sia nei giovani che nei più anziani.
Il fatto che gli utenti tendano a diventare dipendenti dalla tecnologia non è necessariamente una novità e la dipendenza è stata persino formalmente classificata come legata a un disturbo d’ansia chiamato “nomofobia” dal 2014. Lo studio oltre agli intervalli tra i sessi nell’utilizzo del telefono, evidenzia anche come il divario di comportamento tra gli utenti più vecchi e quelli più giovani non sia così ampio come si potrebbe presumere.
Ad esempio, la maggior parte degli utenti di età compresa tra 18 e 24 anni si unisce agli utenti di età superiore ai 54 anni credendo di essere “un po’ troppo” dipendenti dal proprio smartphone. Inoltre, danno importanza al non guardare i propri dispositivi in una situazione specifica nonostante controllino i propri dispositivi fino a 160 volte al giorno. Gli stessi utenti concordano sorprendentemente anche sul fatto che i bambini della scuola media sono abbastanza felici se ricevono uno smartphone. Molti lo ricevono anche prima.
Ben il 91 per cento degli intervistati, inoltre, si sente a disagio se lasciano il telefono a casa nonostante solo poco più del 76 per cento affermi di essere dipendente. Oltre la metà di tutti gli utenti ammette anche di controllare il proprio telefono mentre guida o invia messaggi ad altri che si trovano nella stessa stanza. I risultati del sondaggio non sono necessariamente universali in quanto è necessario tenere conto della dimensione del campione. Nonostante ciò, sembra rafforzare i risultati di studi precedenti che evidenziano la dipendenza.
Una ricerca simile a questa è in realtà dovuta ad un recente passaggio da molte aziende tecnologiche che ora si stanno concentrando su come aiutare gli utenti a monitorare e limitare autonomamente il loro utilizzo dei dispositivi, piuttosto che incoraggiare l’uso. In effetti, Google è arrivato al punto di sfruttare alcune funzionalità volte a risolvere la dipendenza direttamente nel suo recente Android 9 Pie come parte di un’iniziativa di “benessere digitale”. Quindi è davvero importante che studi e sondaggi come questo continuino a essere fatti per trovare i modi migliori per affrontare la dipendenza.