Non lo diciamo noi, sono le considerazioni che emergono dal corposo report rilasciato da Barclays nel corso della mattinata del 1 ottobre. Il gruppo Telecom Italia non sta attraversando un buon momento e gli azionisti ne risentono, l’azienda (a cui capo troviamo Amos Gemish, anche se molte voci circolano sul suo conto) è avvolta da un clima di incertezza.
Il primo motivo risiede nell’enorme esborso di cui, probabilmente, dovrà farsi carico per riuscire ad acquisire le frequenze per il 5G (qui per maggiori dettagli). Secondo le prime offerte, e le successive stime, si parlano di 2,2 miliardi di euro solo per TIM.
A questo bisogna aggiungere una maggiore competitività della concorrenza sul mercato mobile (causata dall’outsider Iliad, già a 2 milioni di utenti) e fisso (Open Fiber si sta espandendo a vista d’occhio). Nonché una instabilità del mercato Brasiliano, si parla di un deprezzamento del 5% del real in confronto all’Euro, luogo in cui TIM ha investito davvero moltissimo.
Sulla base di quanto scritto, Barclays prevede un ebitda (ovvero il Margine Operativo Lordo, un indicatore che si basa esclusivamente sulla redditività dell’azienda, escludendo interessi, deprezzamenti, ammortamenti e così via) e ricavi in calo per tutto il biennio 2018/2019. Il debito resterà elevato, circa 25,5 miliardi di euro, addirittura 3,2 volte l’ebitda stesso.
TIM come si comporterà?, purtroppo l’incertezza regna sovrana, i due principali azionisti, quali Vivendi (con il 23,4% delle quote) ed Elliott (con l’8,9%), si trovano in disaccordo, ciò potrebbe davvero portare a nuova instabilità. Non ci resta che attendere nuovi sviluppi.