Huawei e OPPO sono stati chiamati in causa per i loro benchmark truccati, ancora una volta in seguito a numerosi test condotti dall’India FirstPost che hanno dimostrato come questa pratica sia disonesta e pericolosa. Sono stati messi alla prova un totale di dieci dispositivi provenienti da sette produttori, tra cui Huawei, Honor, OPPO e Realme.
La prova è stata eseguita eseguendo per primo un comune benchmark di 3DMark e in un secondo momento una versione che non poteva essere riconosciuta dagli smartphone come un’app di benchmark. Dati alla mano, Huawei ha dimostrato di essere l’OEM peggiore insieme alla sua consociata Honor.
Huawei e Honor sono gli OEM peggiori in benchmark truccati: prendono in giro gli utenti
Le due aziende aumentano le prestazioni di Honor 10 e Huawei P20 Pro del 92.23% e del 76.43% per test. Realme 1 e Realme 2 hanno incrementato le prestazioni del 45.63% e del 60.86% quando l’app viene riconosciuta dal dispositivo. Infine, OPPO Find X ha incrementato artificialmente le prestazioni del 36.82% in benchmark.
Aumentare in questo modo le prestazioni non solo significa prendere in giro gli utenti ma anche stressare le componenti interne. Durante i benchmark con le app tradizionali tutti gli smartphone sono risultati estremamente caldi per non dire bollenti. E lo stesso non è successo con le stesse app ma in incognito.
Huawei ha ammesso pubblicamente che i suoi telefoni vengono forniti con un software in grado di rilevare i benchmark e aumentare le prestazioni ogni qual volta viene eseguito un test prestazionale. I numeri uno dell’azienda hanno affermato che la decisione di continuare a ingannare gli utenti è una pratica che anche altre società portano avanti.
E in effetti è così anche se questo non serve a giustificarsi. Così come è vero che non sono tutti i produttori a ingannare come hanno dimostrato gli altri smartphone testati: Nokia 7 Plus, OnePlus 6, Pocophone Poco F1, Redmi Note 5 Pro e Samsung Galaxy Note 9. Ognuno di questi dispositivi ha mantenuto un livello di performance costante.