Il modello Europeo è in grado di accedere velocemente alle nostre coordinate geografiche e viene in nostro aiuto quando usiamo ad esempio le opzioni di Condivisione Whatsapp o anche per Google Maps e gli altri navigatori.
Potresti averlo sul tuo smartphone, ma per saperlo devi consultare la lista dei telefoni compatibili.
Il sistema Galileo GPS è stato sviluppato ed integrato a partire dal 15 dicembre 2016 sulla base di 26 satelliti artificiali che orbitano su 3 piani inclinati di 56 gradi rispetto al piano equatoriale terrestre (fonte: Wikipedia).
Senza entrare troppo nei tecnicismi della materia, diciamo che questo sistema di posizionamento globale si differenzia dai già noti GPS e Glonass per il semplice fatto di offrire un’elevata precisione. Esistono due tipologie di ricevitori, che possono funzionare singolarmente o in coppia aumentando ancora di più la precisione.
Per quanto riguarda l’accuratezza, Galileo risponde con una stabilità del 95% ed un errore relativo inferiore ai 4 metri, molti meno rispetto ai 5-10 metri di GPS ed ai 10-15 metri del GLONASS russo. Secondo l’opinione dell’illustre professore Mattia Giovanni Crespi del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma:
“Il segnale Galileo è più pulito rispetto al segnale GPS. Quindi consente prestazioni di livello superiore. Non solo, c’è un altro vantaggio molto importante: il suo segnale è anche di posizionamento nel tempo, quindi ci offre la possibilità di avere un’informazione temporale. Un po’ com’era una volta l’ora esatta. Per qualsiasi sistema sia richiesta una “marca di tempo” di alto/altissimo livello si fa riferimento al GPS. Progressivamente si sa già che questo ideale ‘orologio GPS’ avrà un ottimo sostituto – ancora più preciso – in Galileo. Poi in realtà non è che GPS non verrà più usato e si userà solo Galileo: si useranno entrambi. I dispositivi capteranno i segnali GPS e Galileo contemporaneamente, come adesso con GPS e Glonass
. Da oggi sono in funzione contemporaneamente tre costellazioni“.
Oggigiorno sempre più applicazioni fanno largo utilizzo dei sistemi di posizionamento globale. Sfruttano i satelliti in orbita per offrire il dato sulla posizione in tempo reale. Una volta relegati all’ambito militare sono oggi di pubblico dominio e tutti possono utilizzarli per navigare in giro per il mondo o anche solo per mettere il tag ad una foto.
Gli smartphone che si rendono pienamente compatibili con questo sistema sono tutti quelli che montano un chip Qualcom Snapdragon in versione: 427, 435, 617, 625, 626, 650, 652, 653, 820, 821 e 835. Non sono delle eccezioni. Infatti, i medesimi sistemi sono anche integrati nelle versioni europee dei Samsung Galaxy con processore Exynos ed in numerosi altri smartphone di altri produttori Android ed Apple, iPhone compresi.
Per funzionare è necessario che il telefono sia compatibile con l’aggiornamento minimo ad Android 7 Nougat, riportante un API set adeguato per accedere al segnale del satellite. Versioni antecedenti dei chip, come Snapdragon 400, 410, 800, 801, 805, 808, 810 non lo supportano.
Oltre il segmento della telefonia mobile vi sono anche diversi altri sistemi che riescono a leggere il segnale trasmesso dal satellite e, tra questi, vi sono gli indossabili GPS con chip serie Snapdragon Wear 1100 come anche i sistemi che equipaggiano gli 820 Automotive.
Si deve fare qualcosa per attivare il ricevitore? Assolutamente niente, il sistema risulta attivo in automatico nel rispetto dei requisiti minimi precedentemente definiti.