Il futuro del 5G sembra essere per buona parte nelle mani di Vodafone e TIM, in grado di acquisire le frequenze più preziose ed i blocchi più grandi, lasciando a Wind Tre e Iliad tutto il resto. L’assegnazione delle frequenze è ormai terminata con grandissimi vantaggi per le migliori realtà del territorio.
Per settimane abbiamo discusso delle varie aste indette dallo Stato Italiano per la vendita delle frequenze radio con le quali gli operatori telefonici potranno garantire l’accesso alla rete mobile di quinta generazione. I guadagni sono stati immensi, anche ben oltre le aspettative, parliamo di addirittura 6 miliardi di euro complessivi.
La confusione, tuttavia, parlando di frequenze o blocchi, regna sovrana. Cerchiamo di spiegarvi la differenza tra 700MHz, 2700MHz e 2,6GHz una volta per tutte.
5G: quali sono le differenze tra le varie frequenze?
- 700MHz: le più preziose, pronte per essere liberate a luglio 2022 dalle emittenti televisive (con il passaggio allo standard DVB-T2), garantiscono una maggiore e migliore diffusione sul territorio nazionale (nonché la penetrazione del segnale all’interno delle abitazioni). L’asta di quest’anno le ha assegnate a Vodafone, TIM e Iliad.
- 3700MHz: grandissima richiesta dagli operatori telefonici a causa della possibilità di garantire una grandissima velocità di navigazione agli utenti. Sono state battute ad oltre 1 miliardo di euro (blocchi specifici e generici da 80MHz), con assegnazione a Vodafone e TIM per i lotti da 80MHz, e a Wind Tre e Iliad per quanto riguarda quelli da 20MHz (più piccoli).
- 26GHz: l’ultimo tipo di frequenza è valida e consigliata in situazioni di alto stress o richiesta da parte della community, vedasi grandi metropoli o particolari eventi con aggregazione dell’utenza. L’assegnazione, in questo caso, non ha richiesto una grande battaglia: Wind Tre, Vodafone, TIM, Fastweb e Iliad sono riuscite a ritagliarsi una piccola porzione del mercato.
Vodafone e TIM dominano, ma la concorrenza non è decisa a stare a guardare.