Nei giorni scorsi è stata ultimata l’assegnazione delle frequenze radio agli operatori telefonici da utilizzare per garantire la trasmissione in 5G. Le super potenze Vodafone e TIM hanno letteralmente dominato, riuscendo a conquistare i migliori blocchi delle frequenze da 700MHz (fondamentali per fornire segnale in tantissime zone e all’interno delle abitazioni), 3700MHz (migliorare la velocità di connessione stessa) e 26GHz (garantire segnale in zone densamente popolate o agglomerati temporanei). Le concorrenti Wind Tre e Iliad non sono rimaste tagliate fuori, sono ugualmente riuscite a ritagliarsi uno spazio, non riuscendo a mettere però le mani sui lotti
più preziosi.
Partiamo innanzitutto da una considerazione molto neutra, ad oggi non abbiamo la tecnologia negli smartphone tale da garantire il 5G. I produttori sono all’opera, ma si pensa sarà necessario attendere almeno il 2019 con l’avvento dei vari Galaxy S10, S10 Plus, Note 10, Huawei Mate 30 Pro o P30 Pro.
Allo stesso modo l’infrastruttura non è ancora stata realizzata. Le prime frequenze che si libereranno saranno le 3700MHz e 26GHz, pronte da Gennaio 2019, con la possibilità di accesso alle 700MHz solamente a partire da luglio 2022.
La differenza con il 4G è prettamente tecnica, ma cerchiamo di spiegarla con un esempio. Attualmente il nostro smartphone si collega alla rete grazie a celle che gli permettono il trasferimento di dati fino a 1 Gbps. Con il 5G la velocità di trasferimento sarebbe 20 volte quella attuale, quindi si potrebbero raggiungere addirittura i 20 Gbps.