Android è un sistema quasi perfetto. Consente di svolgere praticamente qualsiasi operazione, dalle semplici chiamate vocali fino alla domotica. Lo usiamo ogni giorno ed il suo range di diffusione è sempre più esteso.
Nonostante sia presente da anni nella nostra vita digitale stentiamo a comprendere che alcune azioni possono ridurre la vita dello smartphone e portare, in casi veramente estremi, all’esplosione della batteria ed alla conseguente perdita di tutti i nostri dati.
Con questa guida vogliamo fare in modo che lo smartphone resti operativo per molti anni, senza incorrere in spiacevoli conseguenze che potrebbero coinvolgerci anche in prima persona.
Come evitare che la batteria Android vada a fuoco
Si tratta di un’ipotesi piuttosto remota, visti anche i rigorosi test di sicurezza svolti dalle varie società costruttrici. Ad ogni modo, possiamo affermare che non si può avere l’assoluta certezza che tutto possa andare sempre per il meglio. Una serie di errori (specie se combinati tra loro) possono provocare l’insorgere di conseguenze inattese per la nostra salute e per il nostro top di gamma da migliaia di euro.
Surriscaldamento
Vi siete mai chiesti perché un PC Big Tower di nuova generazione debba necessariamente essere raffreddato ad aria o a liquido? Semplice, perché le componenti elettroniche sottoposte a stress generano calore per effetto delle dissipazione dell’energia utilizzata.
L’elaborazione hardware ha luogo anche in un piccolo smartphone, che certamente non può permettersi sistemi LCS o complesse piattaforme di smaltimento del calore tramite pompe e liquidi circolanti. Le compagnie fanno del loro meglio per implementare soluzioni ad hoc, ma con il progresso del comparto software ed applicazioni sempre più potenti è difficile tenere il passo con i tempi.
Giocare sotto il sole, in auto, magari con i finestrini alzati non è un buon modo per evitare il surriscaldamento del telefono. In queste condizioni, oltre lo stress delle componenti, incide il calore esterno che sommandosi a quello interno del telefono può provocare una vera e propria esplosione.
Applicazioni sempre online, giochi elaborati e widget particolarmente invasivi causano problemi di non poco conto. Molte volte potremmo accorgercene per tempo. Ma immaginate che lo smartphone si trovi in borsa, in tasca o accanto al nostro letto avvolto in una coperta. Pensateci bene e traetene le conclusioni.
Ricarica e problemi
Lo stesso discorso vale in fase di ricarica. Pensare di chiamare, giocare ed effettuare tasks pesanti in carica porta ad una sola conclusione: la vita della batteria si riduce. Questa è la versione per “i più piccoli”. Nella peggiore delle ipotesi, infatti, potrebbe sopraggiungere un problema ben più grave che sfocia nell’implosione delle celle che compongono il supporto. Per sua stessa natura, infatti, le batterie agli ioni di litio sono portati alla progressiva degradazione. Meno di due anni e potresti dover cambiare batteria e non è detto che sia semplice, visto che quasi tutti i telefoni hanno il supporto integrato.
Invece di ricaricare il telefono Android di notte, magari in un ambiente poco areato, scegli un power bank giusto. Puoi scoprire il modello che fa per te consultando l’apposita guida dedicata con 8 consigli per non farsi mai cogliere impreparato.
C’è carica e carica
Hai notato che il tuo smartphone ti avverte che la batteria si trova al di sotto del 15%? Con questa percentuale possiamo pensare di usare lo smartphone per diverse ore. Allora perché si riceve questa notifica? Il motivo è semplice e deriva da un’analisi approfondita degli esperti sulle corrette percentuali di carica. Stando ai dati, di fatti, una ricarica da 0 a 100% consente di realizzare 500 – 600 cicli completi. Di contro, ricaricare tra il 15 e l’80% porta ad un esponenziale incremento del numero di cariche, per un totale variabile tra 1.000 e 2.500 ricariche complete.
Nella peggiore delle ipotesi, tenendo conto di una ricarica parziale per 1.000 cicli avremo una batteria integra e con piena capacità per 1.000 e più giorni, sono quasi 3 anni. Ricaricando invece il telefono di continuo alla sua massima capacità ridurremo il numero di ricariche ad appena 500 cicli, ovvero sia meno di 2 anni. Situazione non certo desiderabile per i moderni smartphone con batteria integrata. L’assistenza costa soldi ed un intervento che porta via il telefono per almeno 3 settimane. Siete disposti a rinunciarci?
Hai un telefono nuovo ma la batteria si scarica comunque troppo velocemente? Potrebbe non dipendere da come ricarichi il telefono. C’è un’app che fa danni e che deve essere disinstallata subito.
Sistemi di ricarica
Avete mai provato a caricare il telefono dalla porta USB del PC? Sarebbe più veloce caricarlo con una rotella manuale. Non solo non abbiamo la ricarica rapida, ma anche un sistema completamente inadeguato che non fa altro che provocare stress alla batteria Android. Questa condizione vale anche se si usano caricabatteria da muro non certificati o comunque inadeguati alla potenza richiesta. Ci sarà pure un motivo se in confezione troviamo sempre un caricabatteria dedicato.
Le varie società costruttrici di smartphone, infatti, calibrano i propri alimentatori ed i propri cavi sulla base dei singoli telefoni. Un caricabatteria per Galaxy S9 non è lo stesso di un caricabatteria per Galaxy S9 Plus, anche se i tempi di ricarica sono gli stessi.
Preferite sempre soluzioni originali, in modo tale da avere non solo la ricarica rapida ma anche un sistema di alimentazione sicuro e protetto contro sbalzi di tensione e surriscaldamenti. Evitate, quindi, di acquistare il primo caricabatteria che capita al mercato dell’usato.
Un esempio di smartphone con ricarica veramente super veloce? Ne abbiamo parlato qui, quando abbiamo scoperto che è possibile avere due giorni di carica in appena 30 minuti.
State seguendo questi preziosi consigli sul tuo smartphone Android? Hai qualcosa da consigliare o da ridire? Fallo lasciandoci tutti i tuoi commenti.