Huawei ha appena ufficializzato le sue nuove punte di diamante: Huawei Mate 20 e Mate 20 Pro. Entrambi hanno sul retro una tripla fotocamera posteriore ma con un setup visivo e hardware, leggermente diverso dai tre sensori del P20 Pro che la società ha annunciato all’inizio di quest’anno.
Invece di tre fotocamere disposte in verticale nell’angolo a sinistra, questi sensori si trovano in un riquadro al centro dello smartphone, con il flash che completa il layout quadrato. La grande novità è la rimozione del sensore monocromatico, sostituito da un sensore grandangolare.
Una configurazione abbastanza simile a quella di LG V40 ThinQ ma perché Huawei ha deciso di fare così? Beh, il sensore grandangolare è ciò che i clienti volevano anche perché le foto in bianco e nero sono qualcosa che Huawei può fare anche solo attraverso l’utilizzo di algoritmi software.
Da quando, nel 2016, Huawei ha esordito con una doppia fotocamera posteriore su Huawei P9, ha sempre mantenuto quel sensore monocromatico accoppiato con il normale sensore RGB a colori
. Il motivo era che agisse come sensore di profondità per consentire migliori effetti Bokeh e per dare agli utenti un vero effetto in bianco e nero.Ma ora il software di Huawei è diventato abbastanza efficiente da realizzare le stesse immagini in bianco e nero senza l’utilizzo di un sensore dedicato. Huawei ha scoperto anche che molte persone non utilizzavano affatto la modalità monocromatica sui propri smartphone ma che desideravano una visione grandangolare.
A fronte di queste evidenze, era solo questione di tempo prima che il produttore si sbarazzasse di quel sensore. Inoltre, una fotocamera grandangolare su uno smartphone permette di catturare di più di una stessa scena. Immaginate di dover scattare una foto di un edificio. Con un’ottica grandangolare non c’è bisogno di spostarsi.
Questo è infinitamente più utile, anche ad esempio nelle foto di gruppo, e i nuovi Huawei Mate 20 e Huawei Mate 20 Pro hanno una fotocamera grandangolare messa a punto insieme a Leica, per migliorare la post-elaborazione di queste immagini. Un risultato visibile nella fluidità di utilizzo di questo sensore, in abbinamento con gli altri due.