Il vice presidente e co-fondatore di CNEX Engineering, Yiren Huang, è un ex dipendente di Futurewei. Huang sostiene che Futurewei abbia tentato di acquisire alcuni dei suoi preesistenti brevetti. Ha rifiutato l’offerta dell’azienda, con l’approccio aggressivo di essa che ha giocato un ruolo importante nella sua decisione di abbandonarla. La filiale di Huawei afferma inoltre che CNEX ha illegalmente licenziato 14 dipendenti, un concetto che la startup nega fortemente. A sua volta, l’azienda della Silicon Valley ha accusato la compagnia cinese di spiarla.
CNEX ha anche accusato Huawei di aver abusato della magistratura statunitense. La startup ritiene che la controparte abbia tutto il necessario per copiare i brevetti CNEX se gli è consentito accedere alla documentazione con la scusa di cercare una violazione. Entrambe le parti negano fortemente tutte le accuse dall’altra parte. L’unica eccezione è l’ammissione di CNEX. La compagnia ha effettivamente assunto una dozzina di dipendenti di Futurewei, anche se la società respinge qualsiasi implicazione sul farlo in modo improprio.
Lo scontro CNEX-Futurewei è solo l’ultimo di una lunga lista di episodi problematici che hanno coinvolto Huawei negli ultimi due decenni. La società è spesso accusata di furto da parte di compagnie americane. Diversi casi emersi nel corso degli anni hanno prodotto prove convincenti.
Come il caso di Cisco nel 2003. L’azienda ha accusato la controparte cinese di appropriazione indebita del suo codice sorgente del router letteralmente copiandolo e incollandolo. Mentre il caso è ufficialmente risolto in via stragiudiziale, ciò è avvenuto solo dopo che Huawei ha accettato di fare tutto ciò che Cisco ha chiesto.Huawei è anche coinvolta in accuse di furto dopo che T-Mobile ha dimostrato che l’azienda cinese ha rubato sia i design che i componenti di Tappy, un robot destinato a testare le esperienze utente basate su touchscreen. La sentenza è risultata in definitiva più vantaggiosa per Huawei. Infatti T-Mobile ha perso quasi mezzo miliardo di danni in base a profitti andati male, costi di licenza e scopi punitivi. Le questioni relative alla proprietà intellettuale di Huawei hanno attirato l’attenzione di Washington e di Capitol Hill. Oltre a numerose indagini che non permettono all’azienda di fare affari negli Stati Uniti su qualsiasi scala significativa. Stati Uniti e Cina sono in mezzo a una grande guerra commerciale.
Il sistema giudiziario degli Stati Uniti è imparziale in linea di principio. Tuttavia, l’attuale clima politico negli Stati Uniti è difficilmente favorevole. Infatti, non è semplice per qualsiasi società cinese che persegua i diritti di proprietà intellettuale nel paese, in particolare quelli altamente contestati. Per quanto riguarda Huawei, il gigante della tecnologia non ha fermato completamente la sua attività di elettronica di consumo negli Stati Uniti, ma non venderà nuovi smartphone per ora.