Che la sicurezza sia solo un’illusione lo abbiamo capito ormai da tempo. Si tratta di una teoria cui cerchiamo in ogni modo di mettere una pezza, ma la verità è che non si è mai troppo al sicuro. Cosa che vale in ogni contesto, ma che assume una certa importanza nell’ambito della sicurezza 4G.
Da una relazione completa sul problema si è capito che esiste un modo tanto banale quanto efficace per spiare gli smartphone. Poco importa se è l’ultimo iPhone XR o lo strabiliante OnePlus 6T appena annunciato: siamo tutti sotto costante minaccia.
La falla del 4G si materializza nel momento in cui un criminale informatico riesce a derivare il segnale di rete da una sorgente non riconosciuta. Questa cosa è possibile procurandosi un apposito sistema elettronico reperibile in rete ad un costo esorbitante. Benché nessuno si sognerebbe mai di comprare un apparecchio del genere solo per scoprire un tradimento su Whatsapp, è importante sottolineare che è un problema noto e non risolvibile.
Il Black Hat funge da una sorta di hotspot che fa rimbalzare il segnale al nostro telefono proprio come se fossimo connessi ad una qualsiasi rete Vodafone, TIM, Iliad o di altro operatore. Solo che è proprio l’hacker a fornire la connessione e pertanto tutto passa per un software che registra qualsiasi cosa.
Per funzionare, l’attacco necessita di un range di vicinanza alla vittima piuttosto ristretto. Ciò significa che l’hacker deve trovarsi nelle nostre immediate vicinanze per portare a termine il tentativo di intrusione. Cosa alquanto difficile, ma non impossibile.
Tutti noi speriamo che con il sopravanzare della rete 5G le cose possano migliorare, ma non ci metteremo mai la mano sul fuoco, considerando quanto sinora detto sulla sicurezza (solo teorica) dei sistemi di telecomunicazioni. Voi ci credete? Diteci che ne pensate.