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Google AI:15 anni di registrazioni di fondali marini per scovare canti di balene nascoste

Google ha intrapreso con un gruppo di cetologi un’indagine basata sull’intelligenza artificiale; sono stati raccolti ben 15 anni di registrazioni sottomarine con l’intento di riuscire ad individuare richiami e canzoni per le megattere.

Questo progetto fa parte del programma “AI for social good“. L’azienda vuole dimostrare, tra le altre cose, che l’intelligenza artificiale può essere usata anche per cose diverse dal riconoscimento facciale e dal targeting pubblicitario.

Google AI va alla ricerca delle balene

Le balene sono quasi spesso in viaggio ed i loro movimenti possono essere difficili da tracciare. Fortunatamente, questi animali marini si chiamano e cantano in modi individualmente diversi – e quindi idenfiticabili -. I suoni che lasciano possono percorrere grandi distanze sott’acqua.

Grazie a questo ed ad una rete di dispositivi di ascolti posizioni sul fondo dell’oceano, è possibile monitorare i movimenti delle balene. Il team di Google, in collaborazione con l’associazione NOAA, ha raccolto anni di registrazioni da una dozzina di idrofoni dislocati in tutto il Pacifico.

Ad aiutarli nello studio di questi dati c’è l’AI di Google, che ha contrassegnato i periodi di suoni in cui viene identificato il nome di una specie, in questo caso le megattere. Potrebbe però anche trattarsi di un altro tipo di balena o completamente una cosa diversa.

Una serie di dati campione forniti all’AI ha aiutato il modello di apprendimento aiutomatico ad identificarli con accuratezza. Il team ha condotto vari esperimenti per identificare quali erano le impostazioni ottimali per l’audio.

Infine, i dati raccolti in tutti questi anni hanno dato vita a clip di 75 secondi ed è stato possibile determinare, con una precisione del 90 %, se una di queste clip “contenesse” una megattera o un suono di una balena diversa.

Applicazioni del genere potrebbero essere molto d’aiuto in vari campi accademici, dove i ricercatori si concentrano in statistiche ripetitive e sessioni di analisi dei dati per ore.

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Pubblicato da
Michele Ragone
Tags: Google AI