L’azienda californiana ha annunciato verso fine Settembre di quest’anno che lo spazio riservato ai “vecchi” feed sotto la casella di ricerca cambia nome: diventerà Google Discover, ed oltre alla forma muta anche la sostanza.
Il nuovo tag
Ciò che in prima analisi risulterà evidente è un nuovo tag che caratterizza ogni scheda di ricerca e che avrà la funzione di chiarire l’ambito principale del contenuto dell’articolo, immagine o sito. Sempre riguardo il tag, si avrà la possibilità, toccandolo, di accedere ad una sezione speciale in cui compariranno solo le risorse inerenti a quel tipo di etichetta, restringendo così la possibilità che appaiano risultati non pertinenti.
Ad ogni modo, è prevista anche una funzione follow sul tag che ci piace, ma ad ogni modo sembra ragionevole pensare che l’algoritmo di Google comunque ci proporrà le notizie future sulla base dell’apertura delle schede automaticamente.
Più quantità, più utilità
Da un punto di vista prettamente quantitativo aumenterà il numero delle schede suggerite: ci saranno articoli, post di blog, contenuti multimediali vari (gallery, video) anche meno recenti, oltre che naturalmente tutte le breaking news del momento. Questa novità non è da poco: se si considera che a volte l’articolo, la foto o la notizia di cui abbiamo bisogno è apparsa sul web settimane o anche mesi fa, all’improvviso il motore di ricerca ce la propone, coerentemente con la nostra ricerca (questi sono i cosiddetti evergreen content)
Personalizzazione mode on
Dal lato dell’utente si potrà operare una selezione delle schede della sezione Discover con un semplice tocco su una colonnina posta nella parte in basso a destra di ogni pagina per comunicare a Google se qualcosa ci interessa particolarmente (e vorremmo così più risultati di questo tipo) oppure se, al contrario, le schede non ci soddisfano per qualche ragione (e ne desidereremmo di meno, quindi): il tutto semplicemente spostando in alto o in basso la ‘pallina’ sulla colonnina menzionata.
Quando e come è possibile accedere al servizio “Discover”?
La casa di Mountain View ha rilasciato il servizio per prima sulle Google Apps (non troppo utilizzate, vista la competizione di Chrome, Safari e altri motori di ricerca). Le intenzioni, ovviamente, però sono quelle di inserire la nuova funzionalità anche su Google.com, divenendo così disponibile all’utilizzo su qualsiasi dispositivo mobile. Ad ottobre, in Italia, sembra che il servizio abbia cominciato a comparire su alcuni dispositivi: un rilascio quindi graduale, probabilmente per monitorare la corretta funzionalità.
Lo spirito di Discover
Quella della ‘ristrutturazione’ di Discover sembra essere inserita in un trend più generale di rivisitazione dei feed basata su tre tendenze concomitanti: il cambiamento da risultati a itinerari nelle risposte, quello da domanda ad annullamento di domanda iniziale (nel senso che Google sa già con un certo margine cosa vuoi cercare) ed, infine, quello da contenuto testuale a dei risultati basati prevalentemente su immagini.