Gli scandali del social network Facebook sono ormai ben noti a tutti, ma secondo il New York Times, l’azienda avrebbe in tutti i modi cercato di insabbiarli minimizzando gli effetti.
Il quotidiano statunitense ha infatti aperto un’inchiesta intitolata “ritardare, negare e sviare”, ovviamente rivolta alla piattaforma di Menlo Park e della minaccia che la propaganda russa agitava su di essa.
Facebook accusato duramente dal New York Times
Secondo i giornalisti della testata, la direttrice operativa della compagnia, Sheryl Sandberg avrebbe fatto di tutto per cercare di insabbiare qualsiasi scandalo che coinvolgesse l’azienda. Soprattutto quando si parla della crisi che Facebook ha affrontato tra il 2016 e il 2018, periodo in cui si sono svolte le elezioni di Donald Trump e lo scandalo Cambridge Analytica.
Nonostante la piattaforma si sia impegnata in un “tour di pubbliche scuse” come dice la testata, la Sandberg si sarebbe a sua volta impegnata per una campagna di lobbying aggressivo, contrastando i critici della piattaforma. Nell’ultimo periodo la Sandberg è anche accusata di aver avuto rapporti non trasparenti con Chuck Schumer, senatore democratico che ha lavorato per difendere Facebook davanti al Congresso.
L’inchiesta del NYT ha l’obiettivo di evidenziare come la Sandberg abbia voluto evitare altri problemi a Facebook con una difesa molto simile alle versioni fornite dal Cremlino. Sicuramente queste dichiarazioni hanno assunto un ruolo molto importante, mettendo alla luce il ruolo ricoperto da Sheryl Sandberg. Quest’ultima è infatti il braccio destro di Zuckerberg, che architetta annunci pubblicitari complessi. Al momento le sue dichiarazioni pubbliche sono ancora pochissime.