Gli hacker di tutto il mondo sanno bene che non esiste un bancomat a prova d’intruso. I ricercatori della società Positive Technologies hanno preso in esame 26 diversi modelli molto diffusi traendo un’unica conclusione: nessuno è sicuro al 100%.
A rimetterci non sono soltanto gli istituti bancari e postali ma anche noi utenti, visto che un’intrusione esterna ai sistemi da parte dei cyber criminali garantisce copia 1 ad 1 delle nostre carte. Inseriamo il supporto nello slot e, senza neanche saperlo, forniamo i dati carta ed il codice di accesso che svuota subito il conto. Dobbiamo preoccuparci?
Bancomat ed hacker: conti svuotati
Le truffe ai danni degli utilizzatori di carte e sistemi di pagamento digitale non passano solo per i tentativi di phishing e SMiShing ma convergono anche in direzione dei più classici Bancomat, usati da tutti per effettuare bonifici e prelievi.
Le tecniche di hacking consentono di prendere possesso di una macchinetta in appena 20 minuti. Attacchi di questo tipo sono considerati rari, ma potenzialmente possibili in qualsiasi occasione e per qualsiasi piattaforma ad oggi disponibile.
Una prova sul campo ha messo a punto diverse tecniche di simulazione d’attacco alla rete. I sistemi utilizzati sono generalmente di tipo Windows. Ciò che è emerso dalla dimostrazione è sconcertante. Bastano tra i 10 ed i 20 minuti al massimo per entrare nel sistema tramite la rete, Windows o sistemi a connettori fisici. Basta comprare dispositivi economici ed adottare tecniche potenzialmente alla portata di tutti. Bucare un Bancomat è fin troppo facile.
Il report completo concesso dai ricercatori di Positive Technologies è disponibile alla FONTE.