Il governo americano vuole chiudere tutti i rapporti con Huawei. Come abbiamo più volte affrontato nei nostri articoli, gli USA non sono convinti della sicurezza che offrono gli apparati di rete costruiti dal produttore cinese. Il motivo? Gli stretti legami con Pechino sono un rischio per la sicurezza.
Affidarsi a Huawei, che ci teniamo a specificare è una delle aziende leader nel mondo per la produzione dei suoi apparati internet, utilizzati in più di 170 Paesi in tutto il mondo e servendo 46 dei primi 50 operatori mondiali, sarebbe altamente pericoloso. Gli enti governativi americani temono attacchi di spionaggio.
Gli USA preoccupati dal cyber spionaggio: Huawei fuori dai giochi in tantissimi Paesi?
Il ragionamento è semplice: poiché Huawei è un’azienda cinese, secondo la legge comunista deve lavorare per le loro agenzie di intelligence, qualora gli venisse richiesto. E nonostante il produttore cinese non è mai stato utilizzato come tramite per questi scopi, gli USA non vogliono più saperne parlare.
E la cosa assurda è che per riuscire in questa impresa, stanno chiedendo aiuto anche ai loro alleati. Gli americani stanno cercando di persuadere i fornitori di servizi wireless e internet nei paesi alleati come l’Italia per evitare e in alcuni casi sospendere l’utilizzo di apparecchiature della Huawei Technologies. Lo riporta il Wall Street Journal.
I funzionari statunitensi hanno contattato le loro controparti governative e i dirigenti delle più importanti società di telecomunicazioni presenti nei paesi alleati, dove le apparecchiature Huawei sono già ampiamente utilizzate, per spiegare i potenziali rischi di sicurezza informatica che ne derivano da questo utilizzo.
Una mossa che aumenterebbe a dismisura la pressione sul più grande produttore mondiale di apparecchi per le telecomunicazioni, già sotto esame da parte delle agenzie di intelligence occidentali di tutto il mondo. Una situazione incredibile se si pensa che Huawei è una delle pochissime società che ha investito tantissimo per digitalizzare i Paesi.
A questo punto non ci resta che attendere delle risposte ufficiali ma soprattutto sperare che i governi e gli enti interessati decidano in base a criteri tecnici e non su delle vere e proprie imposizioni.