I sostenitori della tassa sulle entrate europee a scapito delle grandi società come Google o Facebook stanno per riunirsi per discutire i punti cardine dell’accordo.
Gli inviati dell’Unione Europea a Bruxelles discuteranno le ultime proposte in sede riunita mercoledì. L’Austria, che detiene la presidenza a rotazione del blocco, cerca un accordo politico sulla tassa che colpirebbe sopratutto Facebook e Google di Alphabet Inc. in una riunione che coinvolgerà diversi ministri delle finanze la prossima settimana, secondo i documenti visti da Bloomberg.
Ecco i principali elementi del progetto di compromesso presentato dall’Austria, secondo una nota interna del 23 novembre:
L’idea alla base della proposta di tassazione sarebbe quella di basarsi sul paese in cui sono visualizzati i contenuti, piuttosto che considerare il luogo in cui una società colloca la propria sede centrale. L’imposta si applicherebbe sulle entrate derivanti da “pubblicità mirate“, “servizi di intermediazione” e “vendita di dati dell’utente“.
Gli Stati membri saranno liberi di detrarre l’imposta sui servizi digitali dalla base imponibile dell’imposta sul reddito delle società sul loro territorio.
Entro la fine del 2020, la Commissione europea preparerà un rapporto “valutando i progressi compiuti nelle revisioni delle norme internazionali in materia di imposta sulle società per affrontare le sfide derivanti dalla digitalizzazione concordate a livello dell’OCSE.”
La proposta della presidenza austriaca prevede che la tassa scadrà “al momento dell’entrata in vigore delle revisioni delle norme internazionali in materia di imposta sulle società per affrontare le sfide derivanti dalla digitalizzazione concordate a livello dell’OCSE” o da una data specifica ancora da concordare.
Se si raggiunge un accordo politico sulla tassa, gli Stati membri saranno tenuti a recepire la direttiva nella legislazione nazionale entro la fine di dicembre del 2021. La tassa sarà applicabile sulle entrate generate a partire dal 2022.