L’IPTV continua ad essere di primaria importanza nel mondo streaming. Lo scorso mese un servizio de “Le Iene” ha alzato il sipario dell’attenzione pubblica su questo strumento che diffonde i programmai Sky, DAZN e Netflix in maniera illegale ed a prezzi super popolari. La ragione del successo dell’IPTV è quel canone mensile medio di 10 euro, un prezzo conveniente per tutte le tasche.
Il luogo di nascita del sistema IPTV è WhatsApp. Chi si cela dietro questo sistema illecito usa la piattaforma di messaggistica come una vera e propria piazza virtuale per la pubblicità. Nella fattispecie è sui gruppi privati –
di WhatsApp e di Telegram – che si concentrano i profitti per i diffusori dei canali streaming.I risparmi sono ovviamente il punto a favore di questa tecnologia. A tenere a freno tutti i possibili interessati però ci sono le conseguenze a livello giuridico. I rischi per chi visualizza canali Sky e dei contenuti di DAZN senza permesso sono enormi.
I soli spettatori possono incorrere in multe che sfiorano anche i 30mila euro. Lo scenario peggiore è per chi trasmette il segnale criptato: stando alle pene attuali la sanzione massima è la galera da un minimo di uno ad un massimo di tre anni.