L’agenzia internazionale di spionaggio di Wellington ha bloccato la proposta di Spark di utilizzare l’hardware del gigante tecnologico nell’aggiornamento 5G, dicendo che rappresentava un “significativo rischio per la sicurezza della rete”. È l’ultimo di una serie di colpi al gigante tecnologico, che è già stato esaminato da paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Giappone. Nel mese di agosto, l’Australia ha bloccato la società dal lancio della sua rete 5G a causa di problemi di sicurezza.
La Nuova Zelanda ha negato la messa al bando della società dal lancio della rete in quanto cinese, affermando che il problema fosse tecnologico. Huawei ha organizzato un incontro urgente con il governo, il quale ha rifiutato la proposta dell’azienda, affermando che non era stata presentata alcuna prova di illegalità. La società ha respinto l’idea che minacciava in qualche modo le imprese neozelandesi.
Huawei ha subito una battuta d’arresto nel mercato statunitense nel 2012. In quell’anno un rapporto del Congresso ha dichiarato che fosse di un rischio per la sicurezza e ha avvisato le compagnie telefoniche di non acquistare le apparecchiature. Spark è uno dei tre principali operatori di rete mobile in Nuova Zelanda.
E Spark ha detto di essere deluso dalla decisione dell’ufficio di sicurezza delle comunicazioni del governo della Nuova Zelanda. Ma la società ha annunciato in una dichiarazione di esser fiducioso di poter ancora lanciare la rete 5G entro luglio 2020. Dunque, per Huawei c’è ancora un barlume di speranza.