Facebook è stato malvisto da politici di tutto il mondo dopo che Mark Zuckerberg si è rifiutato ancora una volta di rispondere alle loro domande. La compagnia ha minato le istituzioni democratiche senza assumersi la responsabilità per il danno fatto al mondo.
Zuckerberg non si presenta alle udienze, nonostante la richiesta proveniente da una coalizione di legislatori di tutto il mondo. Infatti, hanno scelto di lasciare una sedia aperta per il fondatore di Facebook e lo hanno criticato per essersi rifiutato di presentarsi. Facebook è indagato nello specifico dai legislatori in Gran Bretagna, dopo che la società di consulenza Cambridge Analytica ha ottenuto i dati personali di 87 milioni di utenti durante le elezioni di Trump, richiamando l’attenzione sull’uso dell’analitica dei dati in politica.
Le preoccupazioni per le pratiche del gigante dei social media, il ruolo degli annunci politici e le possibili interferenze nel referendum sulla Brexit e le elezioni negli USA sono tra gli argomenti su cui le autorità stanno indagando. Richard Allan, vice presidente che si occupa delle politiche di Facebook, è apparso per conto di Zuckerberg. Egli ha ammesso che la società ha commesso degli errori.
Facebook in balia dei legislatori di tutto il mondo soprattutto a causa della mancata presenza di Mark alle udienze
“Non abbiamo danneggiato la fiducia del pubblico attraverso alcune delle azioni che abbiamo intrapreso“, ha detto il signor Allan all’udienza. Facebook ha subito una serie di critiche da parte di utenti e politici. Ciò è avvenuto come accennato prima, sopratutto dopo che l’anno scorso gli agenti russi hanno usato la piattaforma per diffondere disinformazione prima e dopo le elezioni presidenziali americane del 2016. Un’accusa che Mosca ha negato. Mr Allan ha ripetutamente rifiutato di fornire un esempio di persona o app bandita da Facebook per l’uso improprio dei dati. A parte l’app GSR che ha raccolto dati nello scandalo di Cambridge Analytica.
I documenti legali esaminati da Reuters hanno mostrato come l’inchiesta dei legislatori britannici li abbia portati a sequestrare documenti relativi a Facebook dallo sviluppatore di app Six4Three, che è in una disputa legale con Facebook. Damian Collins, presidente del comitato per la cultura, che ha convocato l’udienza, ha dichiarato che non avrebbe rilasciato quei documenti martedì perché non era in grado di farlo, sebbene avesse precedentemente affermato che il comitato aveva il potere legale di procedere.