Gli scandali che hanno coinvolto Facebook negli ultimi mesi sono ormai sulla bocca di tutti e molti utenti, tra cui un filosofo sul New York Times, si sono chiesti se dovremmo moralmente abbandonare la piattaforma per sempre.
Anche nella scorsa settimana il social network ha avuto uno “scontro” proprio con la testata giornalistica americana. Secondo quest’ultima infatti, Zuckerberg e Sheryl Sandberg, avrebbero fatto di tutto per cercare di insabbiare gli scandali che lo hanno coinvolto. I due, come prevedibile, hanno ovviamente negato tutte le accuse.
Negli ultimi due anni la piattaforma di Mark Zuckerberg ha dovuto affrontare molti grandi problemi. Possiamo partire dalle interferenze della Russia nelle elezioni degli Stati Uniti, fino ad arrivare allo scandalo Cambridge Analytica. Entrambe le questioni hanno fatto dubitare la maggior parte degli utenti della propria sicurezza all’interno del social. Questo è uno dei principali motivi per cui Facebook non riesce ad attrarre nuovi utenti, soprattutto negli USA.
Tantissimi utenti, hanno inoltre deciso di abbandonare la piattaforma, preferendo il social network Instagram, che fa sempre parte della stessa azienda ma che fino ad ora non ha mai avuto alcun tipo di problema. Cancellarsi da Facebook potrebbe avere significati che vanno oltre una semplice preferenza degli utenti. A sostenerlo è il filosofo S. Matthew Liao
, che ha pubblicato un articolo sul New York Times chiedendosi se sia un nostro dovere morale cancellarci da Facebook.Liao si è interrogato su questa domanda valutando due tipi di doveri morali, il dovere morale verso noi stessi e il dovere morale verso gli altri. Dal punto di vista della prima interpretazione, i motivi per lasciare la piattaforma potrebbero ricondursi al fatto che la maggior parte degli utenti ci passano troppo tempo. Dal punto di vista del dovere verso gli altri, lasciare Facebook avrebbe a che fare con i problemi degli ultimi anni, che hanno causato un indebolimento dei valori democratici. Il filosofo conclude dicendo che spetta ad ogni utente giudicare se la piattaforma ha superato una certa “linea rossa” e agire di conseguenza.