Un satellite orbitale ha portato nuove prove che confermano alcune teorie fisiche di Albert Einstein.
Nel 2014, due satelliti destinati alla rete europea Galileo, l’equivalente della rete GPS degli Stati Uniti, sono stati messi in orbita in modo errato. L’errore ha causato un malfunzionamento costringendoli a ruotare intorno alla Terra in ellissi piuttosto che in cerchi. Questo metodo non è l’ideale per l’uso di navigazione originariamente previsto dai satelliti, ma gli scienziati hanno capito che i dispositivi impazziti erano perfetti per un altro scopo: testare la teoria della gravità di Einstein e la teoria generale della relatività.
Come funziona la relatività di Einstein
Secondo la relatività generale, la gravità influisce non solo sullo spazio, ma anche sul tempo. Più profondo è il campo gravitazionale, più tempo passa. Quindi un orologio a un’altitudine più alta segnerà il tempo in maniera più veloce rispetto uno più vicino alla superficie della Terra, dove la gravità terrestre è più forte. Il disaccordo orbitale dei satelliti ha permesso al test di analizzare con precisione questo effetto, noto come redshift gravitazionale. La scoperta è stata discussa da due gruppi di scienziati, come riportato in un paio di articoli del 7 dicembre.
Ma anche se i due satelliti si muovono seguendo delle orbite ellittiche, la loro distanza dalla Terra aumenta e diminuisce periodicamente di circa 8.500 chilometri. Usando i precisi orologi atomici montati sui satelliti, gli scienziati hanno studiato in che modo il cambiamento di altitudine ha influenzato il flusso del tempo. Gli orologi hanno accelerato e rallentato di alcune frazioni di secondo come previsto, concordando con le previsioni della relatività generale di Einstein.