Nati un quarto di secolo fa, in occasione del primo messaggio inviato da un ingegnere britannico proprio in occasione delle feste natalizie, gli SMS hanno attraversato diverse fasi della loro storia tecnologica.
I messaggi di testo confinati in 160 caratteri sono stati il motore di una piccola rivoluzione dei giovani nati negli anni ’80, capaci di appropriarsi di un mezzo di comunicazione veloce e affidabile. Prima di allora, comunicare a grandi distanze senza usare il telefono non era così immediato, poiché strumenti come il fax o la posta elettronica erano ancora poco diffusi.
Con l’accesso della tecnologia dei cellulari a fasce di pubblico meno abbienti, gli anni ’90 hanno visto l’esplosione del fenomeno SMS, mentre i primi piani tariffari offrivano pacchetti di messaggi di testo a prezzi stracciati.
Il passaggio all’era dello smartphone e dell’internet veloce (ricordate il Wap?), applicazioni di chat come Whatsapp, Telegram o Messenger sembravano aver messo fine alla stagione degli SMS. Tutte e tre le app non sono comunicazioni confinate al testo scritto, ma la connessione a internet ha permesso loro di scambiare note vocali, immagini, documenti o file video che con gli SMS erano impossibili.
Gli SMS ritornano e sconfiggono Telegram e WhatsApp
Sebbene gli SMS siano stati dati per morti a più riprese, molte ricerche statistiche sostengono che è ancora il modello di comunicazione preferito per i commercianti, i call center e il mondo del business. Come sostiene GSMA e Forbes, nel 2019 due terzi degli Europei utilizzerà gli SMS per lavoro, potendo tenersi in contatto con i loro clienti.
Le piattaforme come Whatsapp, Telegram e Messenger, sono delle applicazioni adatte più ad amici e famiglie e sono dipendenti da una connessione ad internet. Il punto forte degli SMS sta proprio nella connessione di rete. Non essendo un’applicazione ma un semplice strumento contenuto in ogni smartphone, un SMS può funzionare nelle condizioni più avverse arrivando sempre a destinazione.