La diatriba che pone al centro l’eventuale cancerogenicità degli smartphone non si placherà mai, nel corso degli anni abbiamo assistito a variazioni e cambiamenti di parte, senza però arrivare ad una formula universalmente riconosciuta. Ciò che è certo è che i dispositivi portatili emettono radiazioni elettromagnetiche per mantenere la connessione alle antenne e allo stesso tempo garantire il segnale per le chiamate/internet a tutta l’utenza.
Secondo le teorie di alcuni ricercatori, il contatto del dispositivo con il corpo umano porterebbe ad un surriscaldamento
dei tessuti dell’organismo, portando alla nascita e allo sviluppo di cellule cancerogene o tumorali. Numerosi test sono stati effettuati, ma ad oggi non è stata ancora ufficializzata la teoria (sono classificate come possibili cancerogene).
Nell’attesa di capire come le organizzazioni decideranno di muoversi, i consigli che possiamo dare sono sempre gli stessi (qui per il nostro articolo). L’Unione Europea non è comunque rimasta con le mani in mano, il tasso di assorbimento, ovvero la velocità con cui l’organismo umano assorbe le radiazioni emesse dallo smartphone (valore SAR) non può superare i 2.0 W/Kg.
Nessun terminale in commercio, ovviamente, lo raggiunge, ma qualcuno si avvicina. Secondo gli ultimi dati di Forbes, i “più rischiosi” restano Xiaomi Mi A1 (1.75), Huawei Mate 9 (1.64), Huawei P9 e 9 Plus (1.43), iPhone 7 (1.38) e iPhone 8 (1.32).