L’azienda e-commerce Amazon è sempre stata sotto i riflettori a causa delle condizioni di lavoro dei propri dipendenti. Per questo motivo un cronista de Il Fatto Quotidiano, Luigi Franco, ha deciso di infiltrarsi nell’azienda.
Il giornalista è riuscito a farsi assumere in incognito all’interno del centro di distribuzione Amazon di Castel San Giovanni, vicino a Piacenza. Scopriamo insieme come è andata.
Il giornalista in questione ha deciso di aprire un’inchiesta sulle condizioni di lavoro nel centro di distribuzione della piattaforma a Castel San Giovanni. Il periodo è quello del black friday, settimana in cui l’azienda riceve più ordini di tutto l’anno. Il resoconto completo è stato da poco pubblicato in esclusiva su Fq Millenium, il mensile diretto da Peter Gomez. Alcuni estratti del resoconto sono stati pubblicati anche online.
L’inchiesta non ha fatto altro che confermare le voci di corridoio, lavorare per la piattaforma è davvero molto duro. Ecco la dichiarazione
: “In piedi da ore, sollevo una cesta dal nastro e me la metto davanti. Prendo il primo prodotto, lo scansiono e con una rotazione che a volte sfiora i 180 gradi lo metto a sinistra, in una delle dodici ceste che il computer mi indica. Prendo il prodotto successivo e obbedisco di nuovo al pc. Poi un altro ancora, veloce. La mente è svuotata, annullata dalla continua ripetizione degli stessi movimenti“.Il giornalista ha denunciato un lavoro a ritmi molto pesanti, controllato da un algoritmo e da un manager che sul PC possono tracciare in tempo reale le prestazioni di ogni lavoratore all’interno del centro. Gli obiettivi di smistamento possono arrivare a toccare anche cifre come 360 pezzi, uno ogni 10 secondi. I consumatori rimangono indifferenti a queste condizioni, perché l’unica loro preoccupazione è quella di ricevere in tempo il pacco ordinato.