Si era discusso in merito a ciò che non si deve fare su Whatsapp per non essere bannati dal sistema. Nella lista dei divieti avevamo inserito anche la diffusione di materiale con pornografia infantile. Il team di Facebook sembra non essere in grado di arginare un problema sempre più persistente a causa dell’elevato livello di sicurezza imposto alle conversazioni private e di gruppo.
Le segnalazioni in merito a questo autentico scempio sono giunte per mano del Financial Times a seguito dell’invettiva di due ONG israeliane – Netivei Rishet e Screensaverz – che hanno cominciato a fare luce sulla questione già lo scorso agosto dopo la denuncia di un ragazzo.
Dopo l’apertura delle indagini è stato possibile individuare gruppi sospetti formati da 256 membri attivi nella condivisione e nella diffusione di foto e video oltraggiosi. Fotografie esplicite usate come foto profilo e video di dubbia moralità sono stati analizzati dal team di sicurezza Whatsapp ed inseriti nel contesto di un’indagine battezzata «Operazione Tantalio» – condotta dalla Polizia Spagnola – che ha portato all’arresto di 38 responsabili in 15 Paesi.
Whatsapp assume in questo caso i connotati di una vera e propria Darknet difficile da rintracciare a causa della nuova politica di riservatezza imposta al sistema dei messaggi con crittografia. Yona Pressburger
di Netivei Rishet, ha commentato la vicenda ai microfoni del Financial Times dicendo che:«È un disastro: un tempo si poteva trovare questo genere di materiale solo nella Darknet (quell’insieme di reti «oscure» provviste di contenuti non pubblici e non indicizzati dai motori di ricerca tradizionali e sulla quale si naviga in forma anonima), mentre ora si trova su WhatsApp»
La piattaforma adotta la protezione avanzata delle conversazioni ormai dal 2016 e conta su una squadra di appena 300 persone per supervisionare le attività illegali. Molto meno che su Facebook, dove si prende posizione con un bacino di controllori pari a 20.000 unità. Ciononostante, nelle ultime settimane, su 1 miliardo e mezzo di utenti si è disposta la chiusura di 130.000 account.
Dopo la vicenda, gli esperti hanno espresso la loro idea di intervento verso quei gruppi da ritenersi pericolosi. Si è avanzata la disabilitazione totale delle chat protette o comunque l’adozione di un sistema meno restrittivo ai controlli. Lo scopo è quello di realizzare un team di moderazione senza limitazioni.
Whatsapp ha commentato dicendo che:
«abbiamo una politica di tolleranza zero per quanto riguarda l’abuso sessuale di bambini e siamo attivi nel bannare account sospettati di condividere questi vili contenuti»
Ad ogni modo è un fatto che lo sviluppatore abbia declinato la sua responsabilità alle richieste delle ONG. Un responsabile di Facebook in Israele, stando a quanto riportato dalle fonti, avrebbe consigliato una consultazione con le autorità locali esulandosi da ogni coinvolgimento diretto.