I nuovi abbonati Netflix – e quelli di ritorno – con dispositivi iOS non potranno registrarsi tramite l’app iOS. La piattaforma di streaming ha confermato che non supporterà più iTunes come metodo di pagamento per i nuovi membri. La società ha testato il cambiamento in mercati selezionati in agosto e lo ha diffuso a tutti nel mondo a novembre.
Coloro che vogliono pagare un abbonamento ora dovranno farlo tramite il sito web della piattaforma. Ciò include coloro che pagavano tramite iTunes se quest’ultimi hanno cancellato la loro iscrizione già da un mese.
Apple prende un taglio dal 15 al 30 percento dagli abbonamenti in-app, e questo è stato un crescente punto di contesa tra il gigante della tecnologia e gli sviluppatori di app. Ora, Netflix può intascare tutti i proventi dai suoi clienti iOS. Il denaro aggiuntivo che la società può guadagnare non condividendo con Apple sarà probabilmente sostanziale, visto che occupa il primo posto nell’elenco delle app iOS con le entrate maggiori.
Mentre bypassare i pagamenti di iTunes potrebbe influenzare le applicazioni più piccole, dubitiamo che questa decisione avrà un impatto sui numeri di abbonamento di Netflix. Il cambiamento è stato presumibilmente fatto per evitare il taglio di Apple delle transazioni in-app.
Di norma, Apple utilizza il 30 percento, che può ridursi fino al 15 percento per gli abbonati a lungo termine Ciò però significa che i servizi in abbonamento devono perdere una notevole quantità di profitto o aumentare i prezzi di App Store. Questo è un rischio poiché potrebbe far allontanare i clienti.
Uno degli esempi più noti di questo problema è stato affrontato da Spotify, che per un certo periodo ha addebitato 3 abbonati Premium in-app extra. Alla fine è andato in crisi sulla discrepanza e ha abbandonato l’opzione in-app.
Spotify ha sostenuto che le politiche dell’App Store danno a Apple un vantaggio ingiusto. Questo dal momento che un servizio come Apple Music non è solo non influenzato dalla compartecipazione alle entrate ma integrato in ogni dispositivo Apple. Altri critici hanno suggerito che è ingiusto che Apple rivendichi introiti da contenuti che non produce né ospita.