Nel marzo 2006 il DVB fu migliorato, diventando il DVB-T, mentre nel giugno del 2006 venne creato un nuovo ramo di sviluppo chiamato TM-T2, che si integrò nel sistema precedente per aggiungere uno schema di modulazione applicabile come standard per tutte le TV. Questa funzionalità fu chiamata infine DVB-T2.
Dal 2007, il nuovo sistema è capace di apportare un aumento minimo del 30% in termini di bit rate, utile per la trasmissione dei programma TV.
In Italia, sia le aziende produttrici che i distributori di apparecchiature integreranno sul territorio nazionale sintonizzatori con codifica DVB-T2 e HEVC. Infatti, le nuove TV in commercio utilizzano già uno per la ricezione di programmi in DVB-T2 con codifica HEVC.
I sistemi DVB-T2 sono inoltre compatibili con il DVB-T, mentre al contrario, i decoder e le TV che non hanno un ricevitore DVB-T2 non potranno essere aggiornate al nuovo standard.
Secondo una recente proposta della legge di Bilancio, infatti, ci sarà un passaggio obbligatorio per tutti i dispositivi che si aggiorneranno alle nuove frequenze.
Questo significa che tutte le principali emittenti televisive si aggiorneranno al nuovo standard, e sarà impossibile per gli utenti che utilizzano televisori con tecnologia DVB T1 poter vedere i programmi televisivi.
Ma questo passaggio avvererà solo nei prossimi anni, di seguito verranno illustrate le date del porting definitivo in ogni regione:
1 GENNAIO – 31 MAGGIO 2020: Toscana, Liguria, Umbria, Campania, Sardegna, Lazio.
1 GIUGNO – 31 DICEMBRE 2020: Valle D’Aosta, Lombardia (tranne Mantova), Piemonte, provincia di Piacenza, Trento e Bolzano.
1 GENNAIO 2021 – 30 GIUGNO 2021: Sicilia, Reggio Calabria e periferia, Catanzaro e Vibo Valentia.
1 SETTEMBRE 2021 – 31 DICEMBRE 2021: Veneto, Friuli, Emilia-Romagna, Molise, Puglia , Basilicata, Abruzzo, Marche.
Per facilitare l’acquisto di nuovi dispositivi adatti alla visione di programmi trasmessi in tecnolgia DVB-T2, la nuova manovra della legge di Bilancio prevede un contributo economico a favore delle famiglie intenzionate all’acquisto di nuove apparecchiature aggiornate.
La legge di stabilità 2018 ha infatti assegnato 25 milioni di euro per il triennio 2019-2022 (gli anni in cui ci sarà il passaggio definitivo). Grazie all’istitiuzione di questo bonus, interverrà anche l’AGCOM, che dovrà approvare e redigere un piano nazionale per l’assegnazione delle frequenze, chiamato PNAF.
Il bonus verrà distribuito in merito alle aree di competenza e alle frequenze assegnate in ogni regione.