Anche un semplice difetto di progettazione può trasformare il telefono in una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Succede ultimamente negli Stati Uniti, dove un utente si è denudato per strada dopo aver avvertito un calore concentrato provenire dalla tasca dei suoi pantaloni. Il suo smartphone nuovo di zecca ha preso fuoco improvvisamente. Nell’occasione è stato un top di gamma ma può succedere con qualsiasi altro smartphone.
Diretto responsabile dell’incidente è stato il calore generato dalla batteria. Il costruttore sta ancora investigando ma tanto basta a dirla lunga sulla pericolosità dei nostri dispositivi. Non si tratta di un caso isolato ed anche in questo frangente il problema si è presentato in maniera imprevedibile.
Tendenzialmente siamo soliti effettuare la ricarica della batteria di notte con la certezza che il giorno successivo il telefono sia al 100% e pronto a rispondere a tutte le nostre necessità. Potrebbe andare bene anche per anni prima che si presenti qualche inconveniente.
Caricare lo smartphone di notte – magari sopra il termosifone o sotto le coperte – non aiuta a mantenere lo stato di sicurezza. Esporre lo smartphone al calore eccessivo non fa altro che deteriorare lo strato di isolante interposto tra le celle agli ioni di litio che compongono il supporto. Rompere questa barriera provoca un rigonfiamento degli elementi ed una vera e propria esplosione.
Pensare di esporre una batteria da 4.000 mAh o anche più ad una eccessiva temperatura trasforma il telefono in un ordigno esplosivo. Non vogliamo creare allarmismi, molti utenti lasciano il telefono sempre collegato al caricabatteria da anni senza incidenti. Sappiate solo che il nostro consiglio è quello di evitare una lunga esposizione alla ricarica che peggiora in misura esponenziale con l’utilizzo delle funzionalità di ricarica rapida per i motivi visti e discussi in questo post speciale.