Pessime notizie per lo sviluppo della rete 5G in Italia. Nel contesto del rifacimento per l’infrastruttura si discute circa gli ostacoli imposti dalla singole regioni del Paese e dai loro emendamenti interni. Gli impianti di telecomunicazioni mobile wireless non si possono installare con conseguenti disagi anche per noi utenti.
AGCM ha appena disposto l’apertura di un fascicolo a proposito dei vincoli normativi locali, regionali e nazionali che stanno rendendo il processo di installazione del 5G impossibile per Iliad, TIM, Vodafone, Wind 3 e Fastweb.
5G impossibile in Italia: gli operatori e gli utenti si ribellano
Regioni e Comuni ostacolano il naturale processo di sviluppo delle nuova rete di quinta generazione. Vi sono dei limiti e dei divieti espressamente scritti ed imposti per l’installazione di apparecchiature elettroniche di radiotrasmissione wireless. Utenti ed aziende vengono duramente colpiti da una manovra che rischia di eliminare la concorrenza portando ad un ulteriore incremento dei prezzi 5G per le offerte di rete mobile future.
Non portare a termine i lavori rappresenta un affronto agli operatori che hanno investito qualcosa come 6,5 miliardi di euro per la concessione delle frequenze. Noi utenti, d’altro canto, potremmo vedercela con un digital divide interno che vedrà alcune aree coperte dal 5G ed altre limitate alla sola connettività 4G per l’alta velocità online.
L’AGCM insiste sulla possibilità di eludere i vincoli procedurali delle singole amministrazioni per effettuare lo sblocco del 5G allo scopo di garantire una crescita positiva del Paese sul piano digitale. Servizi ed accessibilità otterranno notevoli miglioramenti nel settore pubblico e privato con la nuova rete. Negare una possibilità simile significherebbe creare un precedente storico tra le regioni italiane.
A questo punto è necessario definire un piano di sviluppo accurato che non crei discriminazioni tra nuovi e vecchi gestori nazionali. I tempi per risolvere la questione si potrebbe dilungare oltre il previsto a causa della diversità delle procedure di richiesta delle singole istituzioni locali. Ecco alcuni esempi.
Limiti per lo sviluppo del network 5G nelle regioni italiane
- Abruzzo: prevede l’acquisizione di un parere endo-procedimentale da parte dell’ASL.
- Bolzano e Trento: prevedono invece procedure difformi rispetto a quanto previsto dal Codice.
- Friuli Venezia Giulia: trasmette l’istanza per la realizzazione delle infrastrutture degli operatori al Ministero per i Beni e le Attività Culturali solo se di rilevanza culturale.
- Valle d’Aosta: serve l’autorizzazione ed il parere dell’ARPA per tutti gli impianti da realizzare anche se con potenza pari o inferiore ai 10W.
- Marche: c’è il divieto assoluto di installare in territori vasti e negli edifici in cui c’è permanenza di persone per un tempo superiore alle 4 ore.
- Lombardia: viete senza appello l’installazione di impianti con potenza superiore ai 7W nelle aree densamente popolate.
Si deve cambiare registro prevedendo una maggiore coesione burocratica. Vedremo come andrò a finire. Nel frattempo i prezzi di listino per le offerte in Italia con il 5G non sono confortanti. Eventuali blocchi potrebbero far alzare ancor di più il prezzo. Speriamo che la cosa si risolva positivamente. Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti.