L’Italia è uno dei paesi dove lo sviluppo della nuova rete 5G procede più spedito, eppure soffriamo ancora l’assenza di hotspot wi-fi e o di connessioni ADSL in alcune zone della nazione. Magari abbiamo anche la copertura adeguata, ma tale funziona poco e, come sempre, non riusciamo mai a trovare un responsabile che sia competente sul problema.
Questo è quello che succede quando si prova a fruire della rete fissa o di connessioni wi-fi fuori dai grandi centri metropolitani. Per fare un esempio, vi basterà controllare lo stato delle reti di un comune della provincia di Roma per capire che non è tutto rose e fiori.
In Italia molte zone hanno il wi-fi e la linea ADSL ancora pessime
Per chi è abbonato a gestori come Telecom Italia, troverà pertanto frustrante che l’operatore pretenda ogni mese il costo del canone se poi il servizio non funziona a dovere. Potreste provare ad aprire un ticket con l’assistenza tecnica, ma quando l’infrastruttura è debole o mal curata c’è poco da fare.
La prima cosa che vi verrà proposta è di spegnere e riaccendere il PC, poi vi chiedono di fare altrettanto con il modem, infine vi diranno che interverranno in meno di 24 ore. Ma preparatevi ad aspettarne 48 di ore, mentre intanto è tutto fermo.
Chi deve lavorare si deve arrangiare ad utilizzare le connessioni dati dei propri smartphone, ma di certo non sono reti in grado di supportare una postazione di lavoro in tutto e per tutto. Del resto cosa ci possiamo aspettare da un paese come il nostro che insegue sempre l’ultima tecnologia di grido senza mai finire le infrastrutture di quelle precedenti?
Già prima ancora di fare annunci sensazionalistici, si può affermare che l’Italia è già indietro nello sviluppo delle infrastrutture del 5G, nonostante i test positivi in alcune città. Oltretutto, la rete 4G non è pienamente sviluppata sul territorio, mentre grandi metropoli come Roma non sono ancora cablate completamente su fibra ottica nel 2019.
A meno di prodigi difficili da credere, sull’accesso a internet in Italia c’è ancora molto da fare: questo è il responso di una relazione della Corte dei Conti.