La ricerca condotta dagli istituti accademici americani si è focalizzata sulle caratteristiche individuali degli utenti che hanno condiviso notizie false. Collegando i risultati di un sondaggio online con i fattori comportamentali si è giunti alla conclusione che i responsabili gli over 65. Una fascia d’età ben specifica. E c’è una ragione.
Il motivo per cui gli utenti con più di 65 anni condividono fake news sui social è dovuto sostanzialmente a scarse competenze e conoscenze digitali. Mancano gli strumenti base che consentono di distinguere una notizia vera da una bufala. Si finisce per dare credito a fonti poco attendibili che diffondo notizie poco affidabili e senza prove a loro sostegno.
Secondo i dati gli over 65 hanno condiviso bufale online sette volte più del gruppo di test nella fascia più giovane (18-29 anni) e più del doppio rispetto a quella immediatamente inferiore (45-65 anni). Tutto a prescindere da fattori discriminanti come l’istruzione e le inclinazioni generali e di partito.
Tutto ciò fa riflettere sulle conseguenze di una mancata competenza digitale che rischia di colmare il web con notizie superflue che confondono e si diffondo tramite amicizie online che alimentano la visione di un mondo invaso dal falso. Questa la situazione limitatamente agli USA. In Italia sarà lo stesso?