Per quanto Huawei abbia concluso il 2018 in maniera assai positiva, tra l’aver raggiunto gli oltre 200 milioni di unità di smartphone spediti così come aver guadagnato il secondo posto tra i produttori a livello globale, sulla compagni aleggia sempre lo spettro delle accuse di spionaggio. Tra i governi che accusano il colosso cinese di questo c’è ovviamente quello degli Stati Uniti, in primis, ma anche molti altri soprattutto gli alleati di quest’ultimo.
La situazione era degenerata nel momento in ci la figlia del fondatore della compagnia e allo stesso tempo capo dell’ufficio finanziario era stata arrestata in Canada. L’accusa in quel momento era la vendita di attrezzature non consentite all’Iran, paese sottoposto a pesanti sanzioni. Più recente è invece la notizia che anche un altro funzionario è stato arrestato, questa volta proprio per spionaggio. A farlo è stato un paese europeo ovvero la Polonia il cui governo ha formalmente accusato il dirigente capo della filiale polacca di Huawei.
Situazione sempre più critica
Al momento non sembra essere chiara l’accusa mossa nei confronti dell’uomo tanto che apparentemente insieme a lui ne è stato fermato un altro. Mentre il primo è un cittadino cinese dipendente di Huawei, il secondo è un ex agente della sicurezza internazionale con cittadinanza polacca.
Nei confronti dell’aziende cinese non ci sono solo diffidenze ad usare i prodotti come gli smartphone, ma piuttosto a livello di apparecchiature e infrastrutture per le rete mobili come quella 5G. Questo nuovo arresto potrebbe rilevare nuovi risvolti, ma come detto non si conoscono i dettagli.