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5G: le reti di Tim, Wind, Tre e Vodafone aggravano il gap tra gli Stati e le regioni

Delle innumerevoli novità che verranno introdotte in seguito all’avvento del 5G, se ne è parlato fin troppo. Eppure, quando si parla di cambiamento, soprattutto in casi così particolari che potrebbero assumere le sembianze di una vera e propria rivoluzione, si tende spesso a non considerarne quelli che potrebbero a tutti gli effetti essere degli effetti collaterali. Ed è proprio questo che, Opensignal, con una recente indagine in cui vengono analizzati gli effetti che l’imminente attivazione del 5G potrebbe portare con sé, cerca di portare all’attenzione dei principali player che operano nel mondo delle telecomunicazioni in primis, e degli utenti poi.

5G: non è tutto oro quel che luccica, le reti di quinta generazione potrebbero aggravare il gap tecnologico tra gli Stati e le regioni

In via preliminare, si ricorda che quelle avanzate da OpenSignal sono delle semplici previsioni, per cui non è detto che lo scenario tratteggiato dalla società vada poi a rispecchiare in tutto e per tutto quella che sarà la realtà dei fatti, anzi. Questa potrebbe addirittura essere migliore del previsto se tutte le opportunità lanciate da questa nuova sfida venissero accolte e sfruttate.

Dunque, tornando all’indagine effettuata da OpenSignal, questa mette in luce la variabilità della situazione generale attuale, la quale migliora o peggiora a seconda della zona che viene presa in considerazione. In altre parole. il 5G potrebbe aggravare il già piuttosto ampio divario tecnologico tra le regioni e gli Stati

, considerando la presenza di aree in cui le infrastrutture ancora scarseggiano, ed altre in cui al contrario le infrastrutture sono molto più diffuse ed efficienti. E’, infatti, soprattutto in queste zone del mondo che sarà possibile sperimentare un’autentica esperienza di navigazione in 5G, espressa sia in termini di velocità raggiunte e capacità. Non si tratta, poi, di uno scenario così inverosimile se si pensa che tutt’ora il 4G non riesce a garantire la stessa copertura ovunque, ma vi sono comunque aree in cui la velocità di connessione è piuttosto bassa, ed altre in cui gli utenti riescono a raggiungere velocità molto più elevate.

Per evitare, quindi, di alimentare la differenza di velocità di navigazione e di copertura delle reti mobili tra le zone in cui le infrastrutture favoriscono più facilmente l’avvento del 5G e quelle in cui le infrastrutture sono ancora insufficienti, OpenSignal suggerisce di mantenere il 4G/LTE come tecnologia dominante almeno fino al 2021, in modo tale da dare agli operatori del mercato delle telecomunicazioni il tempo necessario per favorire la diffusione delle reti di quinta generazione su tutto il territorio.

 

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Pubblicato da
Raffaella Papa
Tags: 5Gopensignal