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Facebook non ha intenzione di rimborsare i soldi spesi dai bambini sull’app

Sono recentemente apparsi alcuni documenti, fino ad ora secretati per un processo, che riguardano il social network Facebook. La piattaforma, secondo i documenti, avrebbe guadagnato anche sui soldi spesi dai bambini senza autorizzazioni, per i videogiochi disponibili sull’app.

I documenti in questione saranno presto resi pubblici da un giudice federale degli Stati Uniti, a seguito di un’inchiesta del centro giornalistico investigativo Reveal. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

 

Facebook non ha intenzione di rimborsare per i soldi spesi dai bambini

La piattaforma ha ottenuto 10 giorni di tempo dalla Corte distrettuale degli Stati Uniti per presentare i documenti inerenti alla causa del 2012. Alcuni genitori hanno chiesto il rimborso per tutti i soldi spesi dai propri figli per i videogiochi sulla piattaforma. Soldi spesi, ovviamente, senza alcuna autorizzazione da parte del genitore. L’azienda ha subito negato questi rimborsi e di conseguenza i genitori hanno intentato una causa.

Alcuni documenti che possiede la Corte, rivelano che i dipendenti della piattaforma erano consapevoli

che i bambini spendessero delle alte somme senza alcuna autorizzazione. Il gioco che più di tutti è finito nel mirino della causa è Angry Birds nella sua prima versione. Alcuni dipendenti hanno successivamente dichiarato che l’azienda sapeva che i giocatori medi di quel gioco avevano un’età media di 5 anni e di conseguenza ha modificato le politiche dei rimborsi.

I genitori ovviamente erano consapevoli che i propri figli giocassero sul social network ma dall’altra parte puntavano sulla protezione del social network contro gli acquisti non autorizzati. La piattaforma ha negato tutti i rimborsi chiesti, sfruttando la tesi che i bambini erano convinti di utilizzare una valuta falsa del gioco per gli acquisti, e non dollari veri. Ovviamente continueremo ad aggiornarvi sulla faccenda, ma se anche voi fate parte di questi genitori, sappiate che non riceverete mai un rimborso dalla piattaforma.

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Pubblicato da
Veronica Boschi