Il pericolo è globale, nessun operatore telefonico ne è effettivamente esente e poco possono fare le aziende del settore, il problema risiede principalmente nello standard utilizzato, e sfruttato da ormai troppo tempo per essere modificato in corso d’opera. I ricercatori hanno studiato attentamente il problema, comunicandolo alle dirette interessate, nella speranza di riuscire a mettere le pezze necessarie sul prossimo standard 5G.
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Nel dettaglio, i ragazzi delle Purdue e Iowa University hanno effettivamente scoperto che un hacker con la giusta attrezzatura (che ha un costo di quasi 4’000 dollari, quindi non proprio alla portata di tutti) potrebbe impossessarsi di uno smartphone collegato alla rete 4G. Il malintenzionato, come già scritto, potrebbe ricreare una cella dati ed un re-indirizzamento ad un sito fasullo a cui il terminale si connetterebbe, ottenendo così l’accesso diretto a messaggi, conversazioni telefoniche, segnale GPS e altro, senza comunque che l’utilizzatore finale se ne renda effettivamente conto.
Il problema è tutt’altro che semplice da gestire, non esistono ad oggi software di protezione in grado di impedire l’attacco da parte dell’hacker o di chi per esso, per questo motivo l’unica speranza è che la soluzione venga trovata a monte, o ancora meglio applicata nel prossimo 5G.