Zuckerberg pensa a questa innovazione, in quanto renderebbe gli utenti maggiormente coinvolti all’interno di questo ecosistema social, andando a contrastare i grandi colossi di Google e Apple. Inoltre questa idea aumenterebbe anche l’appetibilità degli utenti nei confronti degli inserzionisti.
Una dichiarazione da parte del team di Facebook dichiara:
“Costruire le migliori esperienze di messaggistica possibili. Le persone vogliono che la messaggistica sia veloce, semplice, affidabile e privata. Stiamo lavorando per rendere la maggior parte dei nostri prodotti di messaggistica crittografati end – to – end e considerando nuove opzioni per rendere più facile raggiungere amici e familiari attraverso le piattaforme”.
Ma questa dichiarazione ha già destato i primi dubbi. La DPC (Data Protection Commission) dell’Unione Europea sta già cominciando ad indagare per quanto riguarda le ripercussioni di questa innovazione sulla protezione della privacy e trattamento dei dati personali
degli utenti dei tre social networks, chiedendo al team di Facebook nuove dichiarazioni e maggiori informazioni a riguardo.Se da una parte la strategia di Zuckerberg sia atta a semplificare le modalità di comunicazione che diventa sempre più al passo delle nuove tecnologie e generazioni, dall’altra andrebbe a favorire l’ottenimento dei dati personali degli utenti da parte dei social. E questo, secondo la DPC, sarebbe da valutare con chiarezza, in quanto potrebbe minare la privacy personale.
Nella lettera formale della DPC recapitata al team di Facebook, c’è la loro presa in carico dell’esaminazione del processo che vorrebbe attuare Zuckerberg. Si impegneranno a seguire la strategia fin dalla base ed esamineranno molto da vicino lo sviluppo del progetto, in particolare per quanto riguarda la fusione dei dati privati e personali tra le diverse società.
In passato il team di Facebook ha già tentato di condividere i dati di Whatsapp con il social network blu, ma con scarsi risultati e destando preoccupazione in merito. Il tentativo fallì proprio per lo stesso motivo, ossia è stata messa in dubbio la protezione dei dati personali. Anche questa volta il DPC irlandese cercherà delle garanzie da dare anche agli utenti. Infine l’integrazione della proposta di Facebook andrà in porto se e solo se rispecchierà e soddisferà tutti i requisiti e norme del GDPR per la protezione dei dati.