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“Tentano di porti semplici domande al fine di indurti a rispondere con un ‘sì’ o un ‘no’ ”, spiegano gli esperti di GData, azienda tedesca specializzata in sicurezza informatica, in merito alla truffa telefonica del momento. Sarebbe questa la parolina magica che i truffatori, spacciandosi per operatori di Call Center autorizzati di gestori telefonici, fornitori di energia e gas e banche, cercano di estrapolare a tutti i costi per poi fregare il cliente. O ancora, alcuni truffatori potrebbero addirittura presentarsi come Ispettori della Polizia Postale, e giustificando la richiesta alludendo a più motivazioni, cercano di indurre la vittima a divulgare informazioni personali e finanziarie per poi prelevare illecitamente il denaro disponibile sul conto.

Insomma, due diverse strategie attraverso le quali i truffatori cercano di spillare soldi al malcapitato: basta un “sì” o un pizzico di ingenuità per restare fregati e ritrovarsi col conto svuotato. Cosa fare, dunque, per difendersi da un probabile tentativo di truffa telefonica?

Truffe telefoniche: ecco le strategie usate per spillarti i soldi, come difendersi

Procediamo con ordine, parlando anzitutto di quella che potremmo chiamare La truffa del ‘sì’. Com’è stato già accennato poco sopra, il truffatore pone semplici domande in modo tale da indurre la vittima a rispondere con un sì. 

Spacciandosi per la compagnia telefonica utilizzata dal cliente o per il suo fornitore di energia elettrica, i truffatori fanno credere alla vittima di possedere informazioni certe relative all’ultima bolletta o al contratto siglato con il vero operatore

Spiegano gli esperti di GData. Tutto ciò allo scopo di catturare quante più informazioni personali possibile, o ancora per indurre la vittima a divulgare i suoi estremi bancari o le credenziali di accesso ai servizi online. Il “sì” pronunciato dal cliente, poi, viene sottoposto ad un lavoro di montaggio audio, ed utilizzato per attivare nuovi servizi, contenuti a valore aggiunto o addirittura nuovi piani tariffari, anche se in realtà l’utente non ne hai mai effettivamente richiesto l’attivazione. Cosa fare, in questo, caso, per difendersi? La soluzione ideale sarebbe quella di evitare – per quanto possibile – di rispondere in modo affermativo, magari fornendo risposte dal contenuto più vago o comunque cercando di riporre la domanda al proprio interlocutore. Ad esempio, se quest’ultimo dovesse porre una domanda del tipo “Riesce a sentirmi?”, si potrebbe rispondere con “Lei riesce a sentirmi?”.

Nel secondo caso, invece, il truffatore si spaccia per Ispettore della Polizia Postale, e potrebbe per tale motivo chiedere alla vittima i dati di accesso al proprio conto. Una volta ottenuto le informazioni desiderate, il truffatore poi procederà prelevando il denaro dal conto o effettuando acquisti online. In questo caso, è necessario ricordare che né la Polizia di Stato né le altre Forze di Polizia prevedendo tali modalità operative, e che non richiederanno mai di fornire tali informazioni tramite chiamate telefoniche.

Inoltre, ricordiamo che è possibile difendersi da un tentativo di truffa telefonica scaricando sul proprio smartphone un’app che blocca automaticamente le chiamate indesiderate. Si consiglia, pertanto, la lettura dell’articolo dedicato.

VIACommissariato di Polizia Postale
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