La Russia si sta preparando a disconnettere temporaneamente l’intero Paese dall’Internet globale. Le informazioni scambiate tra utenti Internet in Russia dovrebbero rimanere all’interno del Paese, anziché essere trasmesse attraverso server internazionali.
Non esiste ancora una data per questo provvedimento, ma dovrebbe essere prima dell’inizio di aprile, secondo quanto trapela dalle informazioni ottenute dall’agenzia di stampa russa RBK.
Lo scopo del provvedimento è quello di vedere se il Paese è già in grado di garantire l’ininterrotta attività di Internet in caso di minacce e blocchi imprevisti dall’esterno.
Un po’ di chiarezza
Alla fine del 2018, nella Duma, il parlamento russo, è stata presentata una bozza di legge che descrive le modifiche tecniche necessarie per il prossimo test. È nota come piano nazionale per l’economia digitale.
Il problema è stato discusso nel Paese dal 2014, quando il governo ha proposto la creazione di un’infrastruttura di emergenza per l’Internet russo. Tre anni dopo, nel 2017, è stato deciso di risolvere il problema creando un nuovo sistema DNS, un sistema su cui si basa Internet e abbinando indirizzi online (come publico.pt) ai computer dove questi siti o servizi sono ospitati.
Oltre a garantire l’indipendenza della Russia nel cyberspazio, uno dei requisiti del nuovo Piano digitale dell’economia nazionale è quello di garantire che le società di telecomunicazioni russe siano in grado di garantire che il traffico Internet in Russia passa attraverso posti di blocco gestiti da Roskomnazor, l’autorità di monitoraggio media. Oltre a bloccare i contenuti vietati, Roskomnazor deve garantire che il traffico e le conversazioni tra utenti russi rimangano all’interno del Paese.
Secondo l’agenzia di stampa RBK, il gruppo di lavoro deve preparare prima il test per “spegnere” l’Internet russo dal resto del mondo e questo processo comprende diversi fornitori di Internet ed è diretto da Natalya Kasperskaya, co-fondatore di Kaspersky Labs e presidente di InfoWatch, un gruppo di aziende che sviluppano soluzioni di cybersecurity.
L’esperienza russa ha somiglianze con la Cina, dove le autorità controllano l’accesso online attraverso il cosiddetto “Grande muro cibernetico della Cina”, che blocca le informazioni che il regime ritiene inappropriate.
Sebbene le piattaforme online di giganti statunitensi – come Google e Facebook -Roskomnazor ha anche una lista crescente di siti Web e applicazioni bloccate. Questa include il social network professionale LinkedIn e Telegram, la famosa applicazione di messaggi criptati, creata da un cittadino russo esiliato su un’isola caraibica. Telegram è finito impantanato perché il fondatore Pavel Durov ha rifiutato di condividere i dati degli utenti con i servizi segreti russi.