Il Wi-fi cambia nome, così come la sua velocità, adattandosi facilmente alle nuove tecnologie ed essere facilmente riconoscibile. Wi-fi 6, non è altro che il nome che l’Institute of Electrical and Electronic Engineers hanno dato all’ultimo standard di Wi-fi IEEE 802.11ax, ed è stato modificato per far riconoscere la nuova tecnologia di Wi-fi agli utenti.
Rispetto al Wi-fi 5, il nuovo standard ha notevoli differenze tecniche che permettono un miglioramento notevole delle performance dei dispositivi connessi alla rete stessa, come l’aumento considerevole della velocità di navigazione, maggiore autonomia da parte dei device che si connettono.
I pro del Wi-fi 6 sono:
Molto probabilmente, la velocità di navigazione sarà il 40% in più rispetto a quella attualmente utilizzata, raggiungendo perfino le velocità massime di 2 gigabit al secondo. Tutto ciò è possibile grazie alla differente codifica e incapsulamento dei pacchetti dati, che rende più efficiente l’utilizzo della banda, facendo passare più dati.
Saranno evitati i ‘colli di bottiglia’ quando la banda wireless nelle aree affollate si satura molto velocemente quando tutti i dispositivi si connettono da uno stesso punto. Con il nuovo Wi-fi 6, invece la connessione è gestita diversamente e vengono impiegati canali comunicativi per ciascun dispositivo connesso.
Come già anticipato in precedenza, i device connesso hanno maggiore autonomia e, di conseguenza, ciò porta ad un notevole risparmio energetico. Tutto ciò è possibile grazie all’innovativo algoritmo ‘target wake time’, che permette di ridurre il consumo energetico per il trasferimento dei dati, in quanto tutto il processo è stato ampiamente ottimizzato. Il nuovo algoritmo comunica con il dispositivo connesso per comunicare quando accendere o spegnere il chip del Wi-fi, evitando gli sprechi energetici.
Ma come è possibile questo cambiamento in una tecnologia fin ora ampiamente utilizzata? Il merito va alla gestione della banda di comunicazione che è resa più efficiente dividendo la banda dati in un numero maggiore di sottocanali, che possono essere usati singolarmente dai dispositivi connessi. In più vi è l’aggiunta delle antenne MIMO che riescono a gestire contemporaneamente i flussi dati.