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La casa produttrice di League of Legends accusata di promuovere una cultura sessista

Riot Games, la casa videoludica che ha sviluppato League of Legends ha assunto un dirigente che si occupi di risolvere i problemi relativi alla cultura sessista  che si annida sul posto di lavoro, come messo in luce in primo luogo da un’approfondita indagine Kotaku dello scorso agosto che ha lasciato la società vacillare tra diverse accuse nei mesi successivi. Ora, Angela Roseboro, che in precedenza era responsabile di questo ruolo e dell’inclusione globale di Dropbox, è stata incaricata di creare programmi di diversità in Riot.

Riot ha confermato il “prestito” a The Verge, ma non ha immediatamente fornito un commento sulle assunzioni di Roseboro. In una dichiarazione sul blog di Riot, Roseboro ha dichiarato: “Non vedo l’ora di iniziare e di fare la mia parte per assicurarmi di portare una nuova cultura che abbracci l’unicità di ogni Rioter.

 

Ce la faranno ad estirpare alcune convinzioni?

L’assunzione arriva sei mesi dopo che Riot ha risposto pubblicamente al rapporto Kotaku, con un post sul blog intitolato “I nostri primi passi in avanti

“. In esso, la leadership aziendale ha riconosciuto le accuse di sessismo sul posto di lavoro, si è scusato e ha promesso di reinventare completamente la sua cultura e istituire nuove politiche e strumenti per combattere gli abusi. “Ci dispiace. Ci dispiace che Riot non sia sempre stata, o non fosse, il posto in cui ti abbiamo promesso. Secondo quanto riferito, Riot preferì assumere uomini piuttosto che donne, chiamando la prima categoria: core gamer”

Le fasi successive della ripresa di Riot includeranno quindi l’espansione della sua squadra, assicurandosi che parole come “gamer” non vengano usate male con connotazioni sessiste durante le assunzioni e nelle riunioni interne. Assumere consulenti esterni per verificare le pratiche aziendali, creazione di una hotline anonima, ed espandendo la formazione del personale. Una delle fasi comprendeva anche l’avvio della ricerca di un vero funzionario capo che gestisse la diversità di genere. Riot ha aggiornato il post il mese scorso affermando di aver intervistato 1.700 dipendenti per capire in che direzione dovrebbe proseguire.

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Pubblicato da
Simone Paciocco