Negli ultimi anni, le compagnie telefoniche si sono date battaglia a suon di ribassi per accaparrarsi la più grande fetta di clienti. Nel mercato delle telecomunicazioni, infatti, vince molto spesso chi offre il bundle più conveniente per le tasche dei consumatori. Questo naturalmente ha portato ad un contenimento notevole dei prezzi, anche a parità di qualità del servizio offerto.
Dallo sbarco di Iliad in Italia, poi, la competizione si è fatta ancora più aspra: da contrastare c’era un colosso che mirava, e mira tuttora, a prendere dalla propria parte il 10% degli utenti di telefonia mobile. Obiettivo che non sembra poi così assurdo, se si pensa al boom di portabilità registrato dopo l’arrivo dell’azienda francese, trend confermatosi poi con un costante aumento dei nuovi abbonati (che ormai sono più di 2,2 milioni).
A fronte di ciò, gli operatori “storici” sul suolo italiano, quali Tim, Vodafone, Wind-Tre, si sono visti costretti a proporre dei pacchetti notevolmente più vantaggiosi ad un prezzo ridotto, pur di contrastare l’avanzata di Iliad. Questo ha determinato un conseguente abbassamento dell’indice ARPU.
L’ARPU scende: i risultati dell’analisi di Mediobanca
L’ARPU è un parametro volto a valutare quanto un operatore guadagni mediamente da un singolo utente. Secondo il rapporto Mediobanca, che analizza il segmento temporale tra il quinquennio 2013-2017 e più di metà 2018 (fino a settembre), risulta che, in poco tempo, le principali società di telecomunicazioni abbiano perso molto in termini di introiti dall’utenza. Per mantenere gli stessi numeri in termini di clientela, hanno dovuto ridurre il costo degli abbonamenti, facendo precipitare l’indice ARPU. A parte Vodafone, che è riuscita a mantenere l’asticella alta perdendo solo 30 cent per utente, il crollo dell’indice per le altre aziende è plateale. Ultima è Wind-Tre, che registra un incasso di soli €10,5 per ogni scheda attiva.
Come tornare a far salire l’ARPU: è tempo di contromisure
Appare chiaro quindi che l’intento degli operatori in questione sia quello di tornare a far registrare un rialzo del proprio indicatore ARPU.
Le strategie messe in atto saranno molteplici, e includeranno sicuramente bundle in cui non siano presenti determinati vantaggi. Potrebbero infatti scomparire, come già sta gradualmente avvenendo, i pacchetti che includono gli SMS. In questo modo, gli utenti dovranno pagare a parte per l’invio di messaggi di testo, rimpinguando le casse degli operatori. Diversamente, dovranno sottoscrivere una tariffa aggiuntiva per avere un determinato numero di SMS a disposizione.
Un’altra strategia per innalzare i ricavi è quella di dedicare offerte esclusive solo a chi decide di trasferire il proprio numero da Iliad. In questo modo ci si assicura di privare il diretto competitor di un certo numero di clienti, in cambio di una promozione che lo soddisfi pienamente. Ed è proprio la strategia messa in atto, ad esempio, da Kena Mobile.
Si tratta decisamente di una partita aperta, di cui vedremo i risultati nei prossimi mesi, specialmente con l’arrivo dell’estate.