Le reti 5G popoleranno il nostro futuro tecnologico molto presto e, come spesso accade, una buona parte di noi utenti si chiede se le radiazioni elettromagnetiche emesse dalle antenne saranno dannose per la nostra salute. La domanda è tutto sommato lecita, poiché sappiamo che l’intensità del segnale sarà molto più alta e pervasiva, visti i numerosi oggetti e dispositivi in grado di generare una rete 5G (vedi IoT).
La discussione sulle radiazioni 5G è arrivata già fra i banchi del Parlamento, e molte associazioni cominciano a mobilitarsi nel chiamare in causa l’Istituto Superiore di Sanità sull’argomento. C’è una dicotomia di opinioni in merito, dove una parte dell’opinione sostiene scenari apocalittici e l’altra minimizza l’impatto del 5G sull’ambiente sociale.
I sostenitori della pericolosità del 5G si basano su alcune risultati emersi dalla ricerca dell’Istituto Ramazzini e dal National Toxicology Program statunitense sul 4G. Le conclusioni dei due studi sono simili: esponendo dei ratti sin dalla nascita a campi elettromagnetici che si trovano sulle stesse frequenze delle reti 2G e 3G, è stato determinato un aumento del potenziale rischio di tumore. Gli stessi studi hanno però concluso che non si può trasporre l’effetto avvenuto sui ratti agli esseri umani.
Inoltre, il fronte contrario al 5G riconosce come aggravante il fatto che le nuove reti useranno delle celle più piccole ma più numerose sul territorio
, rispetto a quanto avviene con le reti attualmente operative.
Tra quelli invece che minimizzano le possibili radiazioni 5G, la base del discorso è sulla natura delle frequenze più elevate rispetto alle attuali reti. Questo si traduce in una lunghezza d’onda più piccola che a sua volta comporta una penetrazione del campo minore: questo significa una penetrazione minore anche nei confronti dell’organismo umano. Questo è uno dei punti a favore di chi afferma che il 5G non è dannoso per la salute. Inoltre, gli studi sopra citati hanno chiarito che le potenze dei campi usati nelle fasi sperimentali sui topi erano di gran lunga superiori a quelle usate generate dalle antenne di telecomunicazioni.
Sappiamo nello specifico che l’esposizione a campi elettromagnetici genera un riscaldamento della materia investita dal campo, ma non è ancora stato possibile determinare se questo tipo di riscaldamento sia cancerogeno. Le linee guida internazionali stabiliscono che un uso prolungato dei telefoni cellulari è “possibilmente cancerogeno“, definizione che si trova al livello più basso di pericolosità.
In sostanza, non esistono evidenze scientifiche per affermare o sconfessare con certezza che la radiazione 5G che sarà emessa sia cancerogena. Voi che ne pensate?